Ziya Paval, 21 anni, e il suo compagno Zahad, 23 anni, Pur di coronare il loro sogno, quello di diventare genitori, hanno temporaneamente sospeso la terapia ormonale e il loro percorso di transizione di genere.
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La coppia vive nello stato meridionale del Kerala, in India. Ziya, nata maschio, ha sempre desiderato essere mamma. Zahad, che è diventato un uomo da pochi anni, ha ancora le ovaie e l’utero, e adesso è all’ottavo mese di gestazione del primo figlio della coppia.
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I due sanno di rappresentare un’eccezione in India perché, spiegano, «nessun altro si è definito un genitore biologico nella comunità transgender, per quanto ne sappiamo».
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In India, secondo le stime, vivono circa due milioni di persone transgender, anche se secondo gli attivisti si tratta di un numero sottostimato. E, anche se nel 2014 la Corte Suprema indiana ha stabilito che hanno gli stessi diritti delle altre persone, le persone transgender devono ancora superare molti ostacoli per accedere all’istruzione e all’assistenza sanitaria e, spesso, sono vittime di pregiudizi e stigma.
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Quando Ziya e Zahad si sono incontrati, tre anni fa, entrambi erano stati emarginati dai rispettivi parenti. «Vengo da una famiglia musulmana conservatrice che non mi ha mai permesso di imparare la danza classica», spiega Ziya. «I miei genitori erano così ortodossi da tagliarmi i capelli affinché non ballassi». Così, un giorno, la giovane, con la scusa di uscire per un festival, non è più tornata a casa. Ha imparato a ballare in un centro comunitario transgender e ora insegna danza.
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