“Salvini si è sempre opposto a questa legge con un ostruzionismo senza pari, è uno dei maggiori alleati in Europa di Orban, ha sottoscritto la carta dei valori delle destre sovraniste, e non ha nessuna intenzione di approvare questa legge e anzi sta probabilmente usando anche Italia Viva per cercare veramente di affossarla“. Lo ha detto Alessandro Zan del Pd, intervenendo a “Quel che resta del giorno” su RaiNews24.
“Faccio un appello ulteriore agli amici di Italia Viva, non cadiamo nella trappola di Salvini, portiamo a casa una legge di civiltà che l’Italia aspetta ormai da troppo tempo”, ha aggiunto Zan. “No a voti segreti, maggioranza c’è” “Sono contro i voti segreti, il Parlamento deve esprimersi alla luce del sole con senso di responsabilità. Non si gioca alla mediazione sulla pelle delle persone”. Ha detto ancora Alessandro Zan a RaiNews24.
Se sommiamo i gruppi che hanno sostenuto la legge alla camera, tra cui ci sono stati anche deputati del centrodestra c’è una maggioranza netta. Penso che alla fine Iv non si sfilerà”, conclude. “Ddl è frutto di mediazione tra tutti i partiti” “Il cosiddetto ddl Zan” approvato dala Camera “è il frutto di una mediazione che ha visto tutti i partiti coinvolti e protagonisti nel dare un contributo positivo”. Lo dice il deputato del Pd, Alessandro Zan, in una diretta su Facebook.
“L’iter del ddl – ricorda – è iniziato alla Camera nell’ottobre del 2019: abbiamo preso tutte le proposte di legge esistenti (la mia, quella di Scalfarotto, quella dei 5 stelle, quella di Boldrini e una di FI) e le abbiamo fatte convogliare in un testo base condiviso, e per farlo ci siamo avvalsi dell’aiuto di esperti e di giuristi”. “Questo percorso – afferma ancora Zan – è stato lunghissimo e la mediazione è arrivata a un punto di equilibrio avanzato, dove tutte le forze politiche si riconoscevano. L’articolo 1, che Iv vorrebbe togliere, – sottolinea – è stato proposto da Lucia Annibali, deputata di Iv, e le definizioni sulla identità di genere sono state concordate anche dalla ministra Elena Bonetti. E’ stato un lavoro condiviso, faticoso, ma di squadra anche sull’articolo 4 e sull’articolo 7 sulla scuola”, conclude. Letta: Iv si faccia carico con noi della legge “”Non capisco la posizione di Iv che ha fatto un lavoro di merito importante alla Camera, e insieme a Pd, Leu e M5s ha votato la legge alla Camera e improvvisamente ha cambiato idea”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a “In Onda” su La 7.
“Questo testo passa esclusivamente con i voti di quelli che l’hanno approvato alla Camera, Lega e Fdi non la vogliono. Quella maggioranza si deve far carico della legge. Renzi si fa scudo dietro al voto segreto, noi non lo chiederemo”. “Tutti quelli che l’hanno votata alla Camera, quelli stessi la votino in Senato, che problema c’è?”. I numeri del Ddl Zan Al Senato si fanno i conti sul possibile voto in aula sul ddl Zan che dovrebbe tenersi dal 13 luglio in poi. Domani ci sarà un anticipo di votazione, con la seduta convocata per le 16 sul calendario d’aula. In realtà si tratta di una votazione diversa. Prima di tutto perché avverrà a voto palese. E poi perché seppure per motivi opposti, sia i favorevoli e che i contrari al ddl Zan hanno interesse ad andare in aula. Il voto nell’emiciclo di Palazzo Madama dovrebbe essere dunque dal 13, e resta da vedere quale schieramento si creerà sugli emendamenti di Italia viva, che potrebbero passare in tutto o in parte con il voto del centrodestra e con la compartecipazione di franchi tiratori ex giallorossi. In linea del tutto astratta, fonti parlamentari calcolano che 6 senatori di area cattolica nel Pd e 5-6 del M5s potrebbero decretare la modifica del testo. Resta da vedere cosa farà Italia viva. Ma questo è un dubbio che riguarda le altre votazioni, non quelle sugli emendamenti di Italia viva. Perché se Renzi intesta alla Lega la volontà di affossare il ddl Zan, è ovvio che se il testo rischia è sugli emendamenti di Italia viva. Il partito di Renzi non voterà con la Lega altre proposte di modifica, ma certamente voterà i suoi stessi emendamenti. Ed è facile intuire che è su quelli che convergerà il centrodestra. Sulla base di questo calcolo, il Pd intesta a Renzi la volontà di decretare o meno la fine del ddl Zan. Un margine di speranza viene dal gruppo misto. Composto da 46 senatori, si calcola che almeno la metà potrebbe votare a favore del testo Zan. Se ciò accadesse questi senatori, insieme ad isolati senatori di centrodestra (in Forza Italia) favorevoli alla proposta del Pd, e a una sedizione silenziosa – una sorta di obiezione di coscienza tra i renziani – potrebbero accendere un’ultima fievole speranza per il ddl Zan.
Ma sono tutti ragionamenti ipotetici. Il ddl senza Iv non ha i numeri. E se al tavolo dei capigruppo di domani mattina non ci sarà un accordo, l’iter del ddl potrebbe arrestarsi il 13 luglio.