Vi siete mai chiesti perché le idee migliori vengono spesso quando si è sotto la doccia?
Quante volte vi è successo? Spesso, più di quanto si pensi, e l’acqua calda o il sapone non c’entrano nulla. La doccia crea le condizioni perfette per quelli che gli scienziati chiamano eureka moments (realizzazioni, ispirazioni improvvise), ma non è l’unica attività a cui dedicarvi se sentite il bisogno di un’idea geniale.
Entriamo così in una modalità di “sogno ad occhi aperti” che rilassa la corteccia prefrontale – il centro decisionale del cervello – e attiva il default mode network: una rete neurale distribuita in diverse regioni cerebrali che lavora quando siamo impegnati in attività passive, di riposo.
Per gli scienziati queste epifanie creative tendono a manifestarsi quando siamo impegnati in passatempi automatici, che non richiedono grande impegno mentale: lavarsi, appunto, ma anche camminare, correre, pescare, curare le piante. Queste attività consentono al cervello di funzionare con il pilota automatico, e all’inconscio di lanciarsi libere associazioni tra idee, una volta tanto non inibite da pensieri razionali.
Inoltre, sotto la doccia non siamo distratti dallo smartphone né da compiti “da fare”, che obbligano il cervello a ragionare in modo lineare. Idee libere di fluire inciampano contro altre idee… e l’intuizione arriva. E il fatto che ci siate arrivati sotto la doccia non la rende di minore valore.