Il 13esimo Congresso mondiale delle famiglie, che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, avrà il logo della presidenza del Consiglio dei ministri. Anzi, no. Nei giorni scorsi, infatti, il governo ha preso le distanze dall’iniziativa organizzata da associazioni conservatrici e appoggiata dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. Lo riporta Fanpage.
Tra le tematiche affrontate, si legge sempre nel sito, ci saranno «la bellezza del matrimonio, i diritti dei bambini, ecologia umana integrale, la donna nella storia, crescita e crisi demografica, salute e dignità della donna, tutela giuridica della Vita e della Famiglia, politiche aziendali per la famiglia e la natalità». Sull’homepage, invece, è specificato che gli incontri hanno ricevuto il supporto dal vicepremier Matteo Salvini (che sarà anche presente come relatore), dal ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia e dal sindaco di Verona Federico Sboarina.
Il consigliere regionale veneto del Partito Democratico, Andrea Zanoni, fa un appello anche al presidente Luca Zaia: «segue il governo e ritiri utilizzo del logo e, soprattutto, il patrocinio a quella vera e propria “fiera dell’omofobia“. La famiglia non si tutela con l’odio o la discriminazione nei confronti di omosessuali, transessuali e di altri modelli di convivenza. In un Paese come l’Italia dove ogni tre giorni una donna viene uccisa, quasi sempre da partner o ex partner, il governo dovrebbe pensare a come combattere la violenza di genere, impegnandosi in una battaglia culturale fin dalla scuola anziché soffiare sul fuoco dell’intolleranza. I relatori presenti a Verona, invece, ci fanno tornare indietro nel tempo; leader tradizionalisti di Paesi come Russia, Nigeria o Uganda dove divorzio, aborto e omosessualità sono reati. Davvero il Veneto e l’Italia vogliono avere questi compagni di viaggio?».