Inutile dire che il caso – e che caso! – sta causando fortissimo imbarazzo al Papa. Se ne parla a mezza voce, ormai in troppi ne sono a conoscenza e, naturalmente, anche Bergoglio è stato informato dei contorni che ha preso la spiacevole vicenda che ha come protagonista un prelato appartenente ad un importante ordine religioso con la forte, fortissima inclinazione a non controllare i propri desideri di fronte a giovani uomini.
Come se una forza improvvisa, trascinante, irrefrenabile si impossessasse di lui fino ad indurlo a perdere ogni freno, fino ad abbattere schemi mentali e fargli dimenticare, in un solo attimo, del suo status sacerdotale, della sua posizione, e del rischio di alimentare scandali in un momento in cui la Chiesa di certo non ne avrebbe bisogno. Il vizietto. Già.
Dicono che non sia difficile vederlo uscire dal suo appartamento, nel tardo pomeriggio, e mettersi a passeggiare avanti e indietro nei pressi di Sant’Anna, l’ingresso principale del Vaticano. I turisti in quella zona non mancano mai, è un attraversamento molto frequentato, un continuo via vai di gente che torna dai musei, si dirige in piazza, oppure verso Borgo Pio dove a quell’ora i bar raccolgono le comitive per l’aperitivo.
A stuzzicare gli appetiti del prelato, da un anno in qua, si è aggiunta anche la presenza dei militari incaricati di controllare i varchi dai quali si può accedere al piccolo Stato. Mitra a tracolla, mimetica, transenne. Il prelato in un paio di circostanze avrebbe tentato persino un timido approccio con due di loro i quali, dopo avere liquidato il prelato marpione, hanno informato le autorità vaticane. I militari conoscevano un cardinale di curia al quale avrebbero raccontato lo spiacevole episodio avvenuto mentre montavano la guardia.
Un gesto di riguardo verso il Papa per metterlo a conoscenza di una situazione che alla lunga avrebbe rischiato di alimentare scandali se solo la notizia fosse trapelata all’esterno. Passa qualche altro giorno e il cardinale durante una udienza di lavoro con Papa Bergoglio lo mette al corrente di quello che sta accadendo, sottolineando che forse sarebbe il caso di prendere dei provvedimenti, magari aiutare il prelato a riprendere il controllo di sé, mandarlo per un certo periodo di tempo in qualche convento.
Alle prese con la nuova grana, alquanto addolorato per i risvolti umani della vicenda, Francesco decide di seguire la prassi ordinaria e convocare con una certa urgenza a Santa Marta il capo dell’ordine religioso dal quale dipende l’arcivescovo col vizietto, ordinandogli di trasferire l’arcivescovo molestatore alla svelta.
Gli avrebbe aggiunto anche che una situazione del genere non sarebbe più stata tollerata. Tutto questo accadeva alcuni mesi fa; da allora ancora nulla pare sia accaduto. E l’arcivescovo, da quello che raccontano, continua a passeggiare avanti e indietro sul marciapiede davanti a Sant’Anna sul far della sera.
Da: Franca Giansoldati per ”Il Messaggero‘‘