In un’intervista esclusiva a «Vanity Fair», la ballerina Giulia Stabile e il cantautore Sangiovanni, 19 e 18 anni, vincitori di «Amici 20» di Maria De Filippi, raccontano di sé e di una generazione finalmente libera di amare oltre ogni pregiudizio.
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«Un giorno che lo sapevo in camera a riposare mi sono sdraiata accanto a lui e ci siamo guardati, avvicinati sempre di più, ho sentito in pancia un solletico e, mentre le labbra si toccavano piano piano, mi sono come sollevata da terra», dice Giulia. «Dai, non era proprio un bacio, era quasi a stampo, come tra due bambini», aggiunge Sangiovanni.
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La coppia più amata e seguita del momento, la ballerina Giulia Stabile e Sangiovanni, il cantautore dei record (il suo album, doppio platino, oltre 140 milioni di streaming, è al numero 1 delle classifiche), 19 e 18 anni, vincitori di Amici 20 di Maria De Filippi si raccontano a Vanity Fair che dedica loro la copertina del numero in edicola dal 23 giugno.
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In un’intervista esclusiva i due ragazzi, ormai icone generazionali (1,5 milioni di follower a testa solo su Instagram), ripercorrono gli anni che hanno vissuto prima di incontrarsi. Un passato fatto spesso di strappi, pianti e sensazione di essere diversi. Giulia bullizzata a scuola da un gruppo di coetanee che la deride per i denti storti o il monociglio. Sangiovanni soffocato da un ambiente che lo vorrebbe uguale a tutti gli altri. Mentre uguale non ci si sente: per respiro, ideali, pensieri. Lui trova rifugio in un foglio di carta bianca, dove inizia a scrivere le sue canzoni. Lei in sala danza, dove preferisce l’hip-hop alla classica, dove viene messa sempre in prima fila: non è la più brava, ma è la più brava a sorridere. Un’arma che ha imparato a usare per curare le sofferenze e ricucire le ingiustizie. Sangiovanni, invece, è più pragmatico. Vorrebbe «leggi più inclusive per chi è considerato diverso e sbagliato quando ognuno è solo normale e speciale nella propria unicità. Penso alle minoranze di popoli dentro un altro popolo, alle discriminazioni razziali e all’esclusione sociale, a chi giudica ancora il mondo Lgbt, alle persone con problemi mentali, ai disabili, agli altri che come noi fanno lavori non usuali. Prevederei qualche pena, una multa per chi non accetta gli altri a causa di una certa chiusura. Non saprei come risolverla altrimenti».
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Le loro parole ci regalano la fotografia di una generazione, la cosiddetta Gen-Z, che ama amare e detesta i confini, i pregiudizi, le categorie. E l’inchiesta «Liberi tutti» su come gli adolescenti di oggi vivono amore e sesso lo conferma. Dieci ragazzi tra i 15 e i 20 anni, diversi per provenienza, studi, estrazione sociale, identità di genere e orientamento sessuale ci raccontano il loro rapporto con la sessualità.