Da: Corriere.it
In un interessante articolo su lavoce.info il sociologo Marzio Barbagli analizza il «gender gap» che si è registrato anche in Italia dall’introduzione delle unioni civili: a stringerle sono in maggioranza le coppie di uomini, i due terzi di quelle totali. Barbagli lo spiega con due fattori: la percentuale minore di lesbiche dichiarate rispetto ai gay dichiarati in Italia (lo 0,8% rispetto all’1,4% degli uomini, a cui vanno aggiunti i bisessuali, che sono in entrambi i casi l’1,4% della popolazione di riferimento) e il contenuto specifico della norma approvata, che prevede ancora diritti limitati rispetto al matrimonio.
Il gap c’è stato in tutti i Paesi che hanno introdotto le unioni civili, ma — nota Barbagli — è diminuito man mano che hanno ampliato i diritti, introducendo l’adozione e passando al matrimonio.
«In questi Paesi, negli ultimi anni, il gender gap si è addirittura rovesciato, probabilmente perché vi era un certo numero di coppie femminili in attesa della revisione legislativa». C’è un terzo elemento, connesso ai primi due, che si potrebbe aggiungere alla spiegazione di Barbagli e ha a che vedere con la diversa natura dello stigma, del pregiudizio negativo nei confronti di lesbiche e gay.
Per una coppia di lesbiche è più facile nascondersi, perché ci sono comportamenti (come le manifestazioni di affetto o la convivenza) che tra donne sono considerati accettabili e quindi non immediatamente letti come «sintomo» di omosessualità. Quando a mettere in atto quegli stessi comportamenti sono due uomini, vengono invece subito individuati come gay. Questo fa sì che per le lesbiche, in contesti di omofobia diffusa, sia più facile e più conveniente non dichiararsi. E quindi può anche portarle ad evitare le unioni civili, che ovviamente rendono immediatamente pubblica l’omosessualità di chi le contrae.
Per i gay, più facilmente riconoscibili, la tutela delle unioni civili è invece un vantaggio sicuro. Man mano che i diritti si allargano e l’omofobia diminuisce, però, questo scarto tende a ridursi e sposarsi diventa più conveniente per tutti, soprattutto se ci sono figli di mezzo.