Le coppie italiane che, grazie alla legge Cirinnà, si sono sposate e hanno visto riconosciuta la loro unione con una persona dello stesso sesso, oggi, dopo aver assunto il cognome del partner, si trovano costrette a rimettere sui documenti, di nuovo, il cognome da single.
Mentre il cosiddetto decreto ponte varato a luglio per permettere l’applicazione immediata della legge prevedeva che l’assunzione del cognome comune incidesse sulla scheda anagrafica, e quindi su documenti e il codice fiscale, i decreti attuativi emanati dal governo a gennaio non contemplano la loro variazione. È così anche per le mogli etero ma c’è un enorme differenza: per le madri lesbiche la marcia indietro significa cambiare il cognome dei figli.