Negli ultimi otto mesi sono state celebrate in Italia 2.802 unioni civili. Un dato molto al di sotto delle aspettative sotto le quali la legge Cirinnà era nata. Il quotidiano “Repubblica” ha raccontato i dati definendo un flop l’istituto del “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Non è dello stesso avviso Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay, che ha così replicato: “Esistono questioni di metodo e di merito che rendono questa analisi, dal nostro punto di vista, estremamente superficiale e perciò piuttosto infelice”.
Di avviso simile è Flavio Romani, presidente nazionale dell’Arcigay che a “Repubblica” consegna la sua soddisfazione per gli omosessuali che hanno visto riconosciuto il loro status si “uniti” legalmente: “Quante coppie sono? Quasi tremila? Questo vuol dire che seimila persone omosessuali, in otto mesi, hanno raggiunto felicità e stabilità, e conquistato un diritto che aspettavano da decenni. Forse il numero delle unioni civili non è così alto quanto ci aspettavamo, ma dal nostro punto di vista è comunque un successo”.
Come argomenta ancora Romani, “l’unione civile è un patto che comporta diritti e doveri, e forse non tutte le coppie gay, come del resto quelle eterosessuali hanno voglia di sottoscriverla, c’è anche chi contesta la legge perché ha creato un’istituzione familiare di serie B, il nostro vero obiettivo resta il matrimonio egualitario”.
Il vero motivo della cauta risposta alla Cirinnà potrebbe essere la mancanza della norma sull’adozione di minori, ipotizza Marilena Grassadonia, presidente delle Famiglie Arcobaleno: “Chi sperava con questa legge di tutelare i propri bambini, con lo stralcio della stepchild adotion si è sentito defraudato di un diritto, di certo da parte delle coppie con figli non c’è stata la corsa alle unioni civili”.
Non si è fatta attendere anche la replica di Matteo Renzi, il cui governo ha sostenuto e approvato la norma sui nuovi legami. In un tweet l’ex premier ha scritto: “Unioni civili, siamo orgogliosi di quella legge imposta con la fiducia. Flop? I diritti non si contano, si difendono, si impongono, si affermano. Non importa che siano 2 persone o 5000, sono due persone che si amano di fronte alla comunià. Si contano i voti, non i diritti”.
La prima firmataria della legge, la deputata Monica Cirinnà,ha duramente affidato invece a Facebook il proprio lungo commento: “Leggo con stupore che un importante quotidiano ha affermato che 2800 unioni civili in Italia sarebbero un flop. Se fosse vero il numero – e lo verificheremo nei prossimi giorni con i dati ufficiali – credo che, invece, sia un fatto straordinario. Per almeno due motivi. Innanzitutto è il segno che in un Paese nel quale i casi di omofobia non sono affatto isolati, ci sono migliaia di persone che hanno avuto il coraggio di compiere un atto aperto, alla luce del sole, per riaffermare di essere cittadini con pieni diritti. In secondo luogo, si tratterebbe comunque di cifre che sarebbero in linea con i dati di tutti gli altri grandi Paesi europei. La verità è che il nostro Paese, fino un anno fa, non riconosceva alcun diritto alle coppie dello stesso sesso e, quindi, le unioni civili erano pari a 0, se ad oggi ne sono state celebrate qualche migliaio come si fa a parlare di frenata? Rispetto a cosa? Allo zero? Finalmente, tante famiglie hanno potuto veder riconosciuti i propri diritti e la propria felicità e questo è un enorme passo avanti di civiltà. Un risultato che ci ha riallineato con l’Ue”.
Di tutt’altro tono e contenuto il commento dell’ultra conservatore Mario Adinolfi: “Non capisco lo stupore di “Repubblica”: è ovvio che le unioni civili siano un flop, è una legge pensata da una piccola lobby per un segmento minimo della popolazione e noi lo abbiamo sempre spiegato. Nonostante tutta la propaganda e gli attacchi continui alla famiglia naturale, l’Istat non può mentire: gli italiani eterosessuali che vivono nel matrimonio sono 29.168.000, allevano più di 15 milioni di figli ancora in famiglia e ci sono quasi 5 milioni di vedovi e vedove. Questa è l’Italia. Poi ci sono 7.513 coppie omosessuali conviventi, di cui 2.800 unite civilmente”.
Da www.tgcom.it