Sono passati ben 12 mesi dall’approvazione della Legge n. 76 del 20 maggio 2016, la famosa “Legge Cirinnà“, che ha legalizzato le unioni civili. Parlando di numeri, le coppie che hanno deciso di unirsi di fronte alla legge sono state ben 2.803. Per molti questo dato è stato visto come in “flop” dal momento che le persone che hanno manifestato attivamente per il raggiungimento di questo obiettivo sono state tantissime. Però, le unioni civili fino ad ora registrate rappresentano il 2,2% dei matrimoni totali italiani.
Facendo un calcolo statistico comparato, in Spagna nel primo anno dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, le coppie omosessuali ad unirsi civilmente sono state solo l’1,1% dei matrimoni totali, mentre in Portogallo le unioni omosessuali sono state soltanto l’1,2% del totale. Una percentuale ancora più bassa (0,6% del totale) è stata invece registrata in Francia nel 2001. La percentuale italiana, tutto sommato, non è per niente da sottovalutare. Non solo, la quota di unioni civili registrate soltanto nelle città centro-settentrionali italiane, che raggiunge il 3,2% del totale delle unioni italiane (contro lo 0,6% delle registrazioni nel sud e sulle isole), è indubbiamente tra le più alte. Mica male!