Arriva dai social l’annuncio trionfale da parte degli esponenti del Family
day e altri fondamentalisti: togliere diritti agli altri. I fondamentalisti che hanno contribuito alla sua elezione vogliono subito passare all’incasso. Ma perché stupirsi? Questa è l’estrema destra.
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La settimana scorsa i tre leader di destra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini si erano riuniti a Perugia, in occasione della regionali in Umbria. Ma oltre a continuare la campagna elettorale, i tre si sono ritrovati per firmare un manifesto, assieme a tutti i prestigiosi ospiti del Family Day.
Tantissime infatti le associazioni sostenitrici della famiglia tradizionale, contro l’aborto e contro ogni diritto per le coppie LGBT.
C’erano infatti le associazioni ProVita & Famiglia, Family Day – Difendiamo i nostri figli, Associazione nazionale famiglie numerose, Alleanza cattolica, Movimento per la vita, , Steadfast onlus, CitizenGO e Alleanza cattolica. Tra i nomi importanti, non potevano mancare gli omofobi Massimo Gandolfini e Simone Pillon.
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Il manifesto, per l’appunto, non ha registrato solo la firma dei 3 leader della destra italiana, ma anche quella delle associazioni, degli ospiti e della stessa candidata. Ma cosa potrebbe mai prevedere questo manifesto, viste le opinioni dei presenti?
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Il manifesto firmato a una settimana dalla regionali in Umbria
Non c’è nemmeno da faticare troppo. Il primo impegno previsto dal manifesto chiede di eliminare una legege approvata dal consiglio regionale nel 2017. Il testo in questione riguarda “le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere“. Insomma, la legge contro l’omofobia. Nulla di strano. Il manifesto chiede invece di “combattere equamente tutte le forme di bullismo e discriminazione, non solo quello omofobico“.
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Oltre a questa proposta, si richiede anche un maggior impegno verso le famiglie. Non viene specificato quale tipo famiglia, ma visti i curricula dei firmatari, non è certo complicato immaginarlo. A dissipare ogni dubbio, è la risposta fornita dal leghista Pillon all’ex sottosegretario Mario Giro, il quale parlava di una spaccatura del mondo cattolico. Il senatore non ha perso occasione a inserire nel suo discorso i valori tradizionali del nostro Paese, il diritto di un bambino ad avere una mamma è un papà e attaccando ancora una volta la GPA. In fondo, era stato lui ad attaccare per primo legge contro l’omofobia, ancora a settembre dello scorso anno.