La Corte suprema Usa ha sentenziato che la decisione del presidente Donald Trump di bandire i transgender dall’esercito può restare in vigore finché prosegue la battaglia legale in appello.
In precedenza alcuni giudici federali l’avevano bloccata ravvisando profili di incostituzionalità. La corte suprema si è spaccata, con quattro dei nove giudici che volevano mantenere la sospensione del bando.
Il “via libera” alla riforma promossa dal tycoon è stato concesso dall’organo giudiziario mediante il voto favorevole di 5 magistrati su 9. A difesa del provvedimento voluto dall’inquilino della Casa Bianca si sono infatti schierati i giudici conservatori della Corte, i quali sono attualmente in maggioranza all’interno di quest’ultima.
I 4 componenti “progressisti” hanno invece votato per cassare l’interdizione anti-trans. L’organo giudiziario ha quindi dichiarato il bando introdotto nel 2017 come “pienamente applicabile” e ha, di conseguenza, annullato i decreti, adottati finora dalle Corti federali inferiori, che ne avevano sospeso l’esecuzione.