Di Ulderico Grancini
Torna dal 24 marzo al cinema, solo in versione originale sottotitolata, Quarto Potere (Citizen Kane), diretto e interpretato da Orson Welles, con Joseph Cotten e Dorothy Comingore (durata 119 minuti).
A oltre ottant’anni dall’uscita, nel 1941, Quarto Potere è un film di straordinaria attualità: il suo ritorno in sala cade in un anno in cui 2 miliardi di cittadini in 76 Paesi, Stati Uniti compresi, saranno chiamati alle urne, e in un momento storico in cui la riflessione sul potere dei media – social e tradizionali – è quanto mai urgente. Il film si presenta come un’inchiesta giornalistica sulla vita di Charles Foster Kane, personaggio pubblico e tycoon per eccellenza, proprietario di ben 37 testate giornalistiche e di svariate emittenti radiofoniche, candidato governatore e protagonista di scandali clamorosi che, finiti sulle prime pagine dei quotidiani, troncano la sua avanzata verso la presidenza degli Stati Uniti. L’enorme potere dei media sull’opinione pubblica e sulla società diventa così uno dei temi centrali del film, proponendo una chiave interpretativa anche del nostro presente. La figura di Kane, in cui pubblico e privato si mescolano inscindibilmente, è indagata da un giornalista attraverso cinque interviste a persone a lui vicine, che ne restituiscono un ritratto complesso e contraddittorio. Ma è davvero possibile definire l’essenza profonda di un uomo, per quanto la sua vita sia stata di pubblico dominio?
La storia:
Charles Foster Kane, magnate e media tycoon, muore abbandonato da tutti nella sua lussuosa residenza, Xanadu. Ma, prima di spegnersi, pronuncia la parola “Rosebud”. Chi è o cos’è Rosebud? E che cosa si nasconde tra le pieghe della vita di un individuo che, come lui, è stato in grado di incarnare il Sogno Americano finché quel sogno non è diventato un incubo? Nell’anno delle presidenziali Usa e in uno scenario mediatico rivoluzionato dal web e dai social, Quarto Potere riesce a parlarci con inalterata lucidità del potere dei media, delle loro ingerenze nella politica e dei riflessi che questo potere ha su tutti noi. E ad appassionarci con una storia di sfrenata ambizione, ascesa e caduta, alla ricerca di quel lato più intimo di ogni individuo, che persino oggi – con le nostre esistenze moltiplicate dagli schermi di centinaia di device elettronici – è forse destinato a rimanere inaccessibile.