Siamo a Torino e la storia risale al 2020.
È di oggi la notizia che andranno a processo i genitori di un ragazzo maltrattato in casa perché omosessuale. Il padre, nel 2020, avrebbe scoperto dai diari del figlio che il ragazzo era gay e ha cominciato a punirlo e picchiarlo perché diventasse eterosessuale. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio e il 22 gennaio ci sarà la prima udienza per il padre che è accusato di maltrattamenti e anche per la madre che nulla avrebbe fatto per impedirli.
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L’uomo avrebbe detto al figlio di non volerlo più in casa, avrebbe aggiunto l’ordine di buttarsi dal balcone. Gli aveva confiscato il telefono e si era fatto dare tutte le password dei social. Secondo gli inquirenti lo avrebbe obbligato a mostrare la sua virilità, a correre di notte, a stare con una ragazza. Il giovane è stato allontanato da casa dopo aver parlato con lo psicologo della scuola che ha avvisato la polizia municipale. È stato affidato a un’altra famiglia. La denuncia lo ha salvato da ulteriori possibili maltrattamenti.
Quanti casi ci sono in Italia?
I dati dicono che sono tanti quelli in famiglia. I dati di Gay Help Line, il servizio di ascolto e assistenza psicologica e legale del Gay Center, dello scorso maggio, in linea con il Report Ilga Europe 2022, dicono che nel 41,6% dei casi la violenza omotransfobica si verifica in famiglia in seguito al coming out, nelle relazioni o nei contesti quotidiani. Le vittime per il 31,6% sono persone tra gli 11 e i 26 anni. Il 6,2% delle segnalazioni arrivate a Gay Help Line (21mila contatti nel 2022 in totale) proviene da minorenni tra gli 11 e i 17 anni, che sono vittime di maltrattamenti in famiglia.
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