Ospite di Verissimo, Tiziano Ferro ha parlato di un momento molto duro della sua vita, segnato anche dalla dipendenza dall’alcol.
La difficoltà ad accettarsi e dichiararsi omosessuale, la dipendenza dall’alcol come valvola di sfogo di un profondo disagio interiore, poi la lenta rinascita e la riscoperta della felicità come uomo e come artista. Di tutto questo ha parlato Tiziano Ferro, ospite di Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo, lasciando il pubblico a bocca aperta.
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“Ho iniziato a bere con il primo tour – ha confessato Tiziano Ferro -. Pensavo fosse normale per me che ero un timido e complessato. L’alcol è socialmente accettato, per questo è una dipendenza che si mimetizza. Credevo di controllarlo. Fu il mio ex compagno che si accorse della mia dipendenza e dopo tre anni di convivenza mi disse: ‘Me ne vado perché hai un problema’. Lì mi sono reso conto che non riuscivo a smettere”.
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Il cantante ha poi parlato del difficile percorso che lo ha portato al coming out: “Quando ho iniziato a scrivere canzoni parlavo del mio dolore e del mio modo di amare. Io mi facevo schifo eppure tante persone mi seguivano. Quando con l’analisi ho rotto questa barriera di mancata autostima, sono rinato ed è arrivato il coming out. Mio papà è figlio di veneti, ha questo stoicismo, un grande lavoratore. A 30 anni volevo cercare una relazione perché non l’avevo mai avuta. Lui mi disse ‘Ma ci mancherebbe, tu sei mio figlio. Se qualcuno ha qualcosa contro di te se ne andasse a quel paese’. Quando a scuola mi bullizzavano, io pensavo avessero ragione. Mi dicevano ‘femminuccia, ciccione, disgustoso’”. “Io consiglio di perdonare – ha concludo l’artista -, tanto quelle persone faranno una vita miserevole se quello è il loro comportamento”.