Tiziano Ferro sarà presto in Italia con il suo tour, toccherà 11 stadi in giro per il nostro Paese.
Il rapporto con il marito Victor, i figli, la gestazione per altri, sono diversi i temi che Ferro tocca in un’intervista a Grazia. Guardando l’Italia da lontano, vive da molto tempo all’estero, l’artista ha la possibilità di osservare il Paese da un punto di vista differente. Sono trascorsi sette anni da quando a Los Angeles il cantautore ha incontrato Victor Allen. I due si sono sposati e sono diventati genitori di Margherita e Andres. Un tema, quello del percorso che li ha portati a diventare padri, di cui Ferro non ha mai parlato in modo troppo dettagliato con i figli, nella speranza fossero loro ad acquisire coscienza del modo in cui siano arrivati a vivere in quella casa.
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Tiziano Ferro e il passaporto dei suoi figli
Lo scorso settembre Ferro aveva detto frasi molto pesanti, criticando la situazione relativa al passaporto dei figli: “Oggi, se voglio far entrare i miei figli in Italia, so che avrebbero diritto a metà del presidio genitoriale, anche se ci sono due persone che possono prendersi cura di loro.
Se stanno male, solo io posso andare al pronto soccorso perché Victor non risulta sul passaporto, il che è una cosa aberrante. Al di là dell’essere d’accordo o meno, della morale, di un senso di colpa costruito a tavolino, ho sempre pensato che i miei diritti non tolgono nulla a quelli degli altri”. Tema che ribadisce in questa intervista a Grazia, esprimendo il desiderio che l’Italia riconosca che i suoi figli hanno due genitori: “Quando sono andato al Consolato italiano per registrarli all’anagrafe, quel modulo da dove il nome di Victor era escluso mi è arrivato come uno schiaffo. Allora non li ho iscritti. A queste condizioni che falsano la realtà del loro stare al mondo, non avranno il passaporto italiano”.
La maternità surrogata come reato universale, il commento del cantante:
Ineludibile un passaggio sull’ok in commissione Giustizia alla Camera alla proposta dilegge per rendere la maternità surrogata reato universale, cioè perseguibile anche se commesso all’estero: “Sarebbe l’ennesimo decreto contro gli omosessuali. Se il problema fosse davvero la gestazione per altri, la maggior parte delle coppie che ci ricorre, statistiche alla mano, sono eterosessuali. Però, una volta tornate in Italia, quelle coppie possono vedere riconosciuti i loro diritti di genitori, perché è difficile che qualcuno chieda ragioni di come è nato quel bambino”.
L’artista ha aggiunto: “La verità è che sono i diritti dei bambini a venire menomati, loro che, se in Italia finiscono in ospedale e uno dei due genitori è lontano, non possono contare sulla presenza dell’altro”.