Alla Festa del Cinema di Roma vanno in scena temi come omofobia e razzismo.
Boy Erased -Vite cancellate, che da noi uscirà il prossimo 7 febbraio, con Nicole Kidman, affiancata da Russell Crowe e Lucas Hedges.
La storia vera è quella raccontata da Garrard Conley nel suo autobiografico Boy Erased- A Memoir of Identity, Faith and Family. A 19 anni, dopo la falsa denuncia di un compagno di college che aveva cercato di usargli violenza, il ragazzo venne affidato dal padre, pastore battista dell’Arkansas, all’Istituto Love in Action per essere sottoposto ad una “terapia di conversione dalle tendenze gay”. E contro la tragica pratica di queste cure destinate ai minori (oggi fuori legge in 14 Stati dell’Unione federale) si batte il film.
Il film ha il pregio di denunciare, senza manicheismo ma con impressionanti dettagli, le umiliazioni inflitte ai pazienti (paganti) di questi “centri detentivi” di ispirazione religiosa, l’esercizio obbligato dell’ipocrisia, l’intimidazione mascherata. Il clou del film è la scena di un esorcismo pubblico davanti aduna bara simbolica: il giovane “peccatore” viene percosso a turno con una Bibbia e immerso nell’acqua gelata. Il suicidio è narrativamente prevedibile, ma le statistiche accreditano un 8 % in più di probabilità di suicidio tra gli assistiti.