Orietta Berti, all’anagrafe Orietta Galimberti, è nata il 1 giugno del 1943 a Cavriago.
Artista particolarmente amata dal grande pubblico, soprannominata da Silvio Gigli la capinera dell’Emilia prima e, l’ usignolo di Cavriago poi, nel corso della sua carriera ha venduto oltre 15 milioni di dischi, pubblicato 53 album, ottenendo 4 dischi d’oro, un disco di platino e due d’argento.
Il successo arriva grazie a “Un disco per l’estate” nel 1965, dove la giovane artista propone “Tu sei quello”. Gli anni 70 la consacrano come artista nazionale regalando al pubblico il pezzo “Fin che la barca va”, intramontabile successo.
Tra gli anni ‘80 e ‘90 partecipa a programmi come: Premiatissima, varietà di Canale 5, C’era una volta il festival e Una rotonda sul mare. Nel 2000 vengono pubblicati due album che racchiudono alcuni dei suoi successi più famosi: Il meglio di Orietta Berti Vol.1/Vol.2., e inizia le sue tournée in tutto il mondo (Stati Uniti, Australia, Canada, ecc.).
Nel 2003 pubblica Emozione d’autore, album che trae ispirazione dalla sua collaborazione con Maurizio Costanzo a Buona Domenica. Nel 2006 Orietta celebra i suoi 40 anni di carriera pubblicando l’album Exitos latinos, in lingua spagnola. Nel 2010 riceve il Premio Speciale Mia Martini alla carriera per i suoi 45 anni di attività.
Nell’estate 2021 Orietta Berti insieme a Fedez e Achille Lauro lancia la canzone Mille, diventato disco d’oro in pochissimi giorni e rivelandosi quindi un grande successo. Icona della musica italiana fino ad oggi, la Berti risiede e rimane ancorata alla sua Emilia, in cui vive con il marito Osvaldo Paterlini. Ha due figli nati dal suo unico e solido matrimonio, e una nipotina, figlia del suo secondogenito.
Nel 2024 ha partecipato al Festival di Sanremo come ospite cantando con La Sad una versione punk del brano “Via dei Ciclamini” e il risultato è… pazzesco! (VIDEO).
Da anni la Berti si esponi contro l‘omotransfobia in Italia dedicando anche un brano, un inno all’amore libero: “Diverso”. La cantante ha detto la sua anche contro chi rifiuta i figli gay: “Ma che razza di mamme siete?” .
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Il matrimonio con Osvaldo:
La Berti e il marito Osvaldo Paterlini hanno festeggiato il 14 marzo un bellissimo traguardo: 57 anni di matrimonio.
I due si sono infatti sposati il 14 marzo del 1967 e la cantante ha voluto festeggiare il loro anniversario con un post romantico ed una foto che racconta il giorno in cui si sono detti “sì”. Ha scritto: “Buon anniversario a me e ad Osvaldo…buon anniversario a noi. Il 14 marzo 1967 di 57 anni fa (o se preferite 55 anni ++) ci univamo in matrimonio. Un anno in più di emozioni, gioie, esperienze, sacrifici, sorprese e… Tanti ricordi che questa meravigliosa vita insieme ci regala ogni giorno. Abbiamo sempre condiviso tutto nella passione e nel rispetto”.
In men che non si dica un’ondata di follower si è riversata tra i commenti facendo loro gli auguri. Il legame tra i due è molto solido e non è mai stato intaccato dal tempo. L’artista aveva solo 23 anni quando diventò la moglie di Osvaldo e spesso lo cita in tv o nelle interviste. Durante il programma Quelle brave ragazze, Orietta parlò della sua intimità con Mara Maionchi e Sandra Milo, confidando: “Io ho avuto dei filarini, ma quando ho incontrato Osvaldo mi è piaciuto subito. Ho fatto l’amore solo con lui”.
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Una coppia che è rimasta così unita anche perché ha affrontato tutto insieme, compresa la carriera di Orietta. Tempo fa aveva raccontato: “Abbiamo sempre lavorato insieme. Lui mi faceva da produttore, manager, autista: mi portava dappertutto, sempre lui, anche adesso. Negli anni sono subentrati i figli Otis e Omar. Sono stata tra i primi in Italia a mettermi in proprio”. E a chi gli ha chiesto se avesse mai avuto tentazioni di andare con un altro uomo, ha risposto: “Non è che sono una santa, ma non ho mai voluto approfondire nessun ammiccamento, non mi interessava. Poi penso sempre che sia una gran fatica nascondere le scappatelle: tutti quelli che lo fanno mi sembrano degli 007, che impegno… Inoltre credo che la serenità che la gente mi attribuisce dipenda dal fatto di aver potuto lavorare stando sempre vicina alla mia famiglia”.