Di Stefano Di Capua
Luci soffuse, un lieve brusio di voci, vite che s’incrociano, calici di vino profumato e, sullo sfondo, una musica che fa da cornice. Le canzoni della Sweet Beat Band rievocano atmosfere jazz intime e, quasi, fiabesche. Il gruppo canoro napoletano, formato da Ornella Grato alla voce, Nino Simeone al piano, Nico Clemente alla chitarra, Marco D’Amore al basso e Bruno Marino alla tromba, propone pezzi di nicchia, poco commerciali e molto impegnativi, che abbracciano con magistrale armonia diversi generi, dallo swing al jazz al funky ma con un’impronta peculiare e tipicamente italiana. Abbiamo raggiunto la crew in sala di registrazione, per farci raccontare qualcosa di più.
Ragazzi, com’è nata la vostra band?
“L’idea embrionale è stata di Nino, suonava già con Marco, ed entrambi erano già vicini alle sonorità jazz, swing e funky bluse. Poi c’è stato l’incontro con la voce di Ornella e con l’animo rock di Nico, fino ad arrivare alla dolce tromba di Bruno, che ha dato quel quid in più al gruppo. Da subito si è creata una forte intesa, un’idea comune nella ricerca di vecchi e nuovi brani rock e pop, per dare loro un nuovo vestito più jazzy. In questo Nino è geniale, la sua esperienza ci permette di spaziare tra diverse soluzioni armoniche”.
Cosa ha ispirato il vostro nome?
“Il nome nasce dall’idea di voler descrivere l’animo della band. Vogliamo essere un dolce sottofondo, una colonna sonora che accompagna i sentimenti delle persone, quindi, abbiamo cercato assonanze con questa idea. Il nome ha preso forma durante le notti insonni di Nico, passate ad ascoltare musica. Una compilation degli ormai famosi fruitori di streaming musicali titolava ‘dolci battiti’ ed il giorno dopo, giù nomi che potessero racchiudere questo concetto. Tra tutte le proposte dette e pensate, Sweet Beat Band è quella che ci ha affascinato di più”.
Swing, Jazz e Funky. Generi musicali non troppo commerciali e abbastanza impegnativi a cui avete dato un’impronta italiana che potrebbe aiutarvi a farvi crescere e farvi conoscere maggiormente…
“In realtà, non è stata una scelta basata su questo, ma sicuramente ci abbiamo pensato. Provare a fare musica nuova in Italia è un grande rischio, specialmente rispetto a ciò che ci viene proposto ogni giorno. Quindi, forse quest’impronta, miscelata alla musica d’oltreoceano, può essere il trait d’union tra noi e chi ancora non conosce questa musica”.
A chi vi ispirate?
“Più che ispirarci a qualcuno, siamo per un modo di intendere uno stile musicale in cui calare i nostri progetti musicali. Vedi Mina, ad esempio, che si avvale di musicisti che danno una certa idea, come Danilo Rea e Fabrizio Bosso”.
Qual è il segreto di una buona band e quali sono i pregi ed i difetti di farne parte?
“Stare in una band è come iniziare un fidanzamento. All’inizio ti innamori, poi cominci a notare tutti i difetti, a volte ti arrabbi e urli e ti domandi come farai a conviverci per il resto della vita. Forse, però, la nostra diversità, le diverse estrazioni musicali, sono il sale per trovare sempre quello spunto nuovo in più, e non vedi l’ora di dedicare gran parte del tuo tempo a quella che è diventata un’altra famiglia”.
Progetti per il futuro?
“Abbiamo deciso di far conoscere la nostra produzione musicale, abbiamo messo in cantiere degli inediti che faranno parte di un EP dove ci sarà anche qualcuna delle nostre cover più gettonate”.
Dove vi possono seguire i nostri lettori?
“Dal vivo, purtroppo, è tutto un po’ fermo, c’è poco spazio per la musica in questo periodo, ma le date sono pubblicate sui social, anzi vi invitiamo a seguirci e mettere qualche like sulle nostre pagine di youtube e facebook”.