Le forze armate di un paese civile, democratico, moderno come pochi altri, devono porsi nuove regole di comportamento in nome del rispetto della gender equality, cioè la totale eguaglianza e parità di diritti tra militari e civili di ogni sesso: donne, uomini, transgender, incerti, chiunque. Ecco l’ordine dall’alto che viene dal quartier generale delle reali forze armate svedesi con l’approvazione del ministro della difesa Peter Hultqvist e di tutto il governo socialdemocratico di Stoccolma, potenza-leader del Grande Nord e democrazia demograficamente piccola ma moderna e global player come poche altre nel mondo libero.
“Abbiamo pubblicato un regolamento per chiedere a generali, ammiragli e ufficiali di prestare più attenzione all’imperativo etico di garantire maggiore eguaglianza di diritto per persone di ogni sesso, sia nei ranghi delle nostre forze armate, sia nelle nostre missioni all’estero”.
Il manuale è stato distribuito ai 400 ufficiali di massimo grado delle reali forze armate svedesi ed è stato immediatamente messo in rete, online. Forse non a caso la decisione è stata resa pubblica dopo il caso di Chelsea Manning, la soldato/soldatessa transgender americana in carcere per aver violato segreti della sicurezza nazionale Usa, e che aveva protestato (con successo) perché le negavano le terapie per cambiare sesso.