«Il bacio? Per me è stato il momento più importante dei Giochi e insieme il più insignificante. Il bacio della buona fortuna l’ho dato al mio fidanzato prima di ogni competizione che è venuto a vedere. L’ho baciato come le altre volte e non sapevo che le telecamere stessero riprendendo. Quando sono andato a fare le interviste dopo la gara tutti mi chiedevano del bacio e io non sapevo neanche di cosa stessero parlando». Il bacio di cui parla lo sciatore Gus Kenworthy è uno dei momenti più visti delle scorse Olimpiadi invernali e il primo bacio gay trasmesso in diretta ai giochi.
Intervistato da Out Magazine insieme ad Adam Rippon, il pattinatore primo americano qualificato ai Giochi dopo aver fatto coming out, Kenworthy ripete più volte quanto sia stato importante quel gesto: «Tutto quello che ho voluto da quando ho fatto coming out è un modello. Penso che se avessi visto due ragazzi baciarsi alle Olimpiadi ed essere applauditi avrebbe cambiato la mia vita. Avrei fatto coming out prima, mi sarei accettato prima e mi sarei risparmiato molta sofferenza».
Avrebbe voluto fare di più Gus, se avesse saputo che le telecamere erano accese, per far vedere la normalità in mondovisione, in Paesi in cui l’omosessualità è punita. Normalità e accettazione, questo cercano Kenworthy e gli altri atleti Lgbt. Andare ai Giochi e mostrarsi per quello che si è è il primo passo. «Prima delle Olimpiadi», ha detto Adam Rippon nella stessa intervista, «ero l’atleta olimpico gay, poi sono diventato l’atleta olimpico gay Adam Rippon e poi solo Adam Rippon».