Tony Anatrella, prete e psicanalista francese, già consultore dei Consigli pontifici vaticani sulla famiglia e sulla salute, è stato sospeso da ogni incarico pastorale dopo essere stato sottoposto a processo canonico per abusi sessuali sui suoi pazienti, che lui diceva di guarire dall’omosessualità attraverso «una terapia del corpo». Secondo chi lo accusa, la terapia del corpo prevedeva sedute di masturbazione reciproca.
Anatrella è uno degli esponenti di spicco del movimento pro-famiglia francese: ha scritto diversi libri dove definisce l’omosessualità una patologia narcisistica (Il regno di Narciso e l’omosessualismo) e la “teoria del gender” (che non esiste se non nei documenti della Chiesa) un pericolo per l’Occidente paragonabile ai totalitarismi del Novecento.
Il 28 febbraio 2015 il Quotidiano chiese al prete un parere sull’omosessualità e lui rispose: «Se una persona si sente a disagio nel proprio orientamento e, liberamente, chiede di essere aiutato, l’accompagnamento psicanalitico può risultare molto utile. Nella mia esperienza quarantennale ho seguito decine di casi».
Poi aggiunse: «È dovere della Chiesa accompagnare tutte le persone alla scoperta della Parola di Dio. Certo, la pastorale indirizzata alle persone omosessuali è particolarmente difficile e impegnativa. Richiede preti esperti, accoglienti, con alle spalle studi specifici». L’intervista non accennava in nessun modo alle accuse che, oramai da anni, riguardavano il lavoro di Anatrella.
Il monsignore ha fatto appello rispetto alla decisione del tribunale ecclesiale dichiarandosi innocente e ripetendo quello che sostiene da più di 10 anni, ossia che le accuse nei suoi confronti sono una vendetta per le sue discusse posizioni sull’omosessualità.