Paolo Sorrentino torna al cinema con «Parthenope», un’opera che fonde mito e realtà, esplorando le profondità dell’anima napoletana.
Il film, ambientato tra le strade suggestive e il mare di Napoli, si ispira alla leggenda della sirena Partenope, creatura mitologica che, secondo la tradizione, diede origine alla città. In un’intervista a «La Repubblica», Sorrentino spiega: «Con Parthenope volevo raccontare Napoli attraverso i suoi simboli ancestrali, ma allo stesso tempo mostrarla nella sua contemporaneità. La sirena è un ponte tra passato e presente, tra sogno e disillusione».
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Il film non si limita però al mito. I protagonisti si muovono in una Napoli odierna, frenetica e caotica, ma ancora ricca di mistero. La colonna sonora, curata da Ennio Morricone, s’intreccia perfettamente con le immagini, amplificando il senso di malinconia e meraviglia.
Una delle curiosità più interessanti riguarda l’uso delle tecnologie più avanzate per ricreare la figura della sirena, con effetti speciali che la rendono ipnotica e inquietante allo stesso tempo. Sorrentino ha detto: «Ho voluto che la sirena rappresentasse non solo un mito, ma anche una metafora dell’inganno che la città può esercitare su chi la vive o la visita».
Con «Parthenope», Sorrentino consegna al pubblico un film visivamente potente, capace di emozionare e far riflettere.