“Oltre 50 mila persone mettono il like sulla notizia di una madre che ha detto addio alla Walt Disney dopo la svolta LGBT”, inizia così il post di Simone Pillon dove, questa volta, attacca il mondo della Disney.
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Il politico, noto sopratutto per essere sempre in conflitto con le scelte a favore della comunità LGBTQ+, si è espresso in merito alla scelta della Disney di introdurre personaggi LGBTQ+ nei cartoni animati e non solo.
“Lightyear”, la Disney ripristina il bacio gay che era stato censurato
Tutto è nato dopo che è tornato disponibile il bacio gay nel film di animazione ‘Lightyear – La vera storia di Buzz (Lightyear)’, la cui uscita in sala è prevista per il prossimo 17 giugno. La pellicola della Pixar Animation Studios (di proprietà della Disney) narra le vicende del film che ha ispirato la linea di giocattoli dell’omonimo personaggio nell’universo di Toy Story, di cui è un prequel. La scena oggetto di censura era tra Hawthorne, personaggio a cui dà voce Uzo Aduba (attrice nota anche per il ruolo di Suzanne ‘Occhi Pazzi’ Warren nella serie televisiva Orange Is the New Black) e un’altra donna. La relazione in sé tra i due personaggi non è mai stata messa in discussione, ma un bacio tra le due era stato rimosso. Prima di fare marcia indietro sulla scena del bacio omosessuale, la casa di Topolino era già finita sotto accusa per il suo silenzio nei confronti della legge di recente approvata in Florida, ‘Don’t Say Gay’, che vieta di parlare di orientamento sessuale e di genere alle scuole elementari. Inoltre un gruppo di dipendenti Lgbqt della Pixar aveva denunciato che “per ordine dei vertici, quasi ogni manifestazione di affetto gay viene censurata senza tener conto di eventuali proteste da parte dei team creativi e della leadership”. Finora la Pixar ha introdotto pochissimi personaggi gay nei suoi lungometraggi animati: l’ultimo nel 2020 fu in “Onward” in cui Lena Waithe presta la voce a una poliziotta da un occhio solo che fa riferimento alla “sua ragazza”. Quel film è ancora al bando in Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita, mentre in Russia è uscito con la parola “ragazza” tradotta con il più neutro “partner”.
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“Dove non arriva il buon senso arriveranno i bilanci – continua il post di Pillon – è tempo di dire addio alla Walt Disney se vuoi proteggere i bambini dalle tattiche della sinistra. I bambini vanno cresciuti, non indottrinati”.