Se in Italia stanno facendo discutere le dichiarazioni del neoministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana, sulle famiglie arcobaleno, negli Stati Uniti è addirittura la Corte Suprema a essere finita nell’occhio del ciclone per una controversa decisione sui diritti degli omosessuali.
La massima corte americana, infatti, ha dato ragione a un pasticciere del Colorado, tale Jack Phillips, che nel 2012 si era rifiutato di realizzare una torta nuziale personalizzata per una coppia dello stesso sesso. Phillips, cristiano protestante, aveva pronunciato il proprio “no” in faccia a David Mullins e Charlie Craig proprio a causa del suo credo religioso.
Al quel punto la coppia si è rivolta alla Commissione per i diritti civili del Colorado e alle corti dello Stato, le quali avevano dato ragione a Mullins e Craig condannando il pasticciere. Motivazione: un commerciante non può rifiutarsi di offrire un servizio al cliente in base alla razza, al sesso, alla religione o all’orientamento sessuale di quest’ultimo.
Come spesso accade quando si parla di diritti civili negli Stati Uniti, la questione è finita a Washington. La Corte Suprema ha ribaltato le precedenti sentenze con un voto di 7-2 in favore del pasticciere. Anthony M. Kennedy, il giudice relatore per la maggioranza, ha spiegato che la Commissione per i diritti civili ha violato il diritto alla libertà religiosa di Phillips, garantito dal Primo emendamento della Costituzione.
Il giudice Kennedy, che con il suo voto nel 2015 aveva aperto la strada ai matrimoni gay negli Stati Uniti, ha inoltre affermato che questioni di questo genere «necessitano di ulteriori approfondimenti nelle corti», ma ha anche aggiunto che «queste dispute devono essere affrontate con tolleranza, senza mancare di rispetto alle legittime credenze religiose e senza sottoporre a giudizi indegni gli omosessuali quando cercano beni e servizi in un mercato aperto».