Lunedì 15 gennaio è il blue monday, il giorno più triste dell’anno.
L’origine di questa celebrazione tanto malinconica e tutta inglese è da cercare in un’equazione matematica – messa a punto una decina d’anni fa da uno psicologo inglese, Cliff Arnall – che spiegherebbe il perché di questa deprimente giornata mettendo insieme condizioni metereologiche sfavorevoli, le giornate corte, i festeggiamenti natalizi ormai alle spalle, i sensi di colpa per aver speso troppi soldi durante le vacanze o mangiato troppo e infine, il lavoro, che è ricominciato freneticamente.
In Gran Bretagna, ad esempio, il tema viene preso sul serio, tanto che si calcola che proprio in questa giornata aumenti il numero di assenze dal lavoro.
Per il giorno più felice dell’anno, invece, bisogna aspettare giugno. Gli stessi analisti hanno calcolato che l’ «Happiest Day» cade intorno al solstizio d’estate, fra il 21 e il 24 di giugno.