Vogliamo una seconda tazza di caffè da postare su Instagram, durante un pigro sabato mattina. Un altro paio di scarpe per le foto “artistiche” dei nostri piedi. Vogliamo una relazione ufficiale su Facebook che tutti possano commentare, vogliamo il post che sancisca il successo della nostra coppia. Vogliamo un appuntamento per il brunch della domenica, qualcuno con cui lamentarci della fatica del lunedì, un partner per il taco del martedì, qualcuno che ci scriva “buongiorno” il mercoledì. Vogliamo un “più uno” per tutti i matrimoni a cui continuano ad invitarci (come hanno fatto? Come sono riusciti a trovare il loro lieto fine?). Ma siamo la generazione che non vuole relazioni serie.
Spulciamo i social nella speranza di trovare la persona giusta. Cerchiamo di “ordinare” l’anima gemella come fosse una cena da farci consegnare. Leggiamo articoli come “Cinque modi per scoprire se gli piaci” e “Sette metodi per farla innamorare” sperando di riuscire a trasformare una persona in un partner, come fosse un progetto fai-da-te su Pinterest. Investiamo tempo sul nostro profilo Tinder, anziché sulla nostra personalità. Eppure, non vogliamo una relazione.
Vogliamo solo la facciata di una relazione, ma non vogliamo lo sforzo che questa richiede. Vogliamo tenerci per mano senza guardarci negli occhi, le battute senza un dialogo serio. Vogliamo una bella promessa, senza l’impegno concreto. Gli anniversari da festeggiare senza i 365 giorni di lavoro che li precedono. Vogliamo il lieto fine, il “e vissero felici e contenti”, ma non vogliamo fare il minimo sforzo nel presente. Vogliamo la sintonia profonda, restando su un piano superficiale. Desideriamo con ardore un amore travolgente, ma senza essere disposti a lottare per ottenerlo.
Vogliamo continuare a inseguire l’idea dell’amore, ma non vogliamo innamorarci sul serio perchè non vogliamo una storia d’amore, vogliamo amicizie speciali, il nostro “Netflix and Chill”(fare sesso con Netflix in sottofondo ndt), foto di nudi su Tinder. Vogliamo tutte le gratificazioni a rischio zero, la ricompensa senza il sacrificio. Perchè quando le cose iniziano a diventare autentiche, scappiamo.
Ci piace l’idea di amare una persona nonostante i suoi difetti, eppure continuiamo a tenere i nostri scheletri ben chiusi nell’armadio, felici di non esporli mai alla luce del sole.
Pensiamo che l’amore ci spetti di diritto, come un lavoro a tempo pieno dopo l’università. La nostra gioventù viziata ci ha insegnato che, quando vogliamo qualcosa, la meritiamo e basta. Le videocassette della Disney, ormai consumate, ci hanno insegnato che il vero amore, l’anima gemella, il lieto fine esistono per tutti. Per questo non ci disturbiamo a fare sforzi e ci chiediamo perché il nostro principe azzurro non si sia ancora fatto vivo. Vogliamo un tappabuchi, non una persona. Vogliamo qualcuno d’insignificante, non un partner. Perché il problema della generazione che non vuole relazioni è questo: alla fine della fiera, è tutto quello che desideriamo.
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