Si è tenuto ieri in Largo di Torre Argentina a Roma il flash mob “Siamo famiglie, non reati” cui hanno partecipato anche coppie di genitori, figlie e figli nati da gravidanza per altre e altri per manifestare a favore della GPA.
L’evento fa parte del convegno internazionale (“Famiglie e diritti universali. Libertà e autodeterminazione nei percorsi di gravidanza per altre e altri”), in corso oggi alla Camera dei Deputati, organizzato dall’Associazione Luca Coscioni e Famiglie Arcobaleno, per raccontare e discutere della gravidanza per altre e altri attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta e studiata, fuori da ogni preconcetto e tentativo di criminalizzazione, mentre il Senato sta per discutere la proposta di legge a prima firma Varchi che vuole rendere questa pratica reato universale.
Durante il convegno, oltre agli interventi di esperte ed esperti in campo medico, giuridico, antropologico e giornalistico, hanno raccontato il loro punto di vista anche gestanti, coppie che hanno fatto ricorso alla gravidanza per altre e altri, ragazze e ragazzi nati con questa tecnica.
Tra questi Fiorella e Valentina, nate da GPA, e i genitori Sylvie e Dominique Mennesson, che hanno impiegato 19 anni per ottenere il riconoscimento delle figlie, dopo un rifiuto da parte dell’autorità francese, grazie a una importante sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Presente anche Lia, figlia di due papà, maggiorenne da poco e nata grazie a una gravidanza per altri portata avanti da Nancy, anche lei collegata dall’Alaska. Entrambe hanno raccontato, da due diversi punti di vista, il meraviglioso viaggio che ha portata alla nascita di Lia. E ancora la storia di Mirco e Davide che, da una piccola provincia del Lazio, hanno attraversato l’oceano per affrontare un percorso di GPA negli USA che li ha portati a diventare orgogliosi papà di due gemelli.
Presente anche Maria Sole Giardini, 40enne umbra, affetta da una patologia rara che la priva dello sviluppo dell’utero, che con suo marito Sergio, nel rispetto del divieto italiano, hanno avuto accesso alla gravidanza per altri in un paese dove c’è una legge che la permette e grazie alla quale sono diventati genitori di una bambina. In Italia indagini meticolose da parte della competente Procura della Repubblica hanno verificato che non è stato commesso alcun reato e quindi che la coppia non è perseguibile. Ieri Maria Sole Giardini e la famiglia Mennesson hanno preso parte alla delegazione dell’Associazione Luca Coscioni che ha consegnato in Parlamento all’onorevole Gilda Sportiello, Segretaria dell’ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, le prime 10.110 firme raccolte su una petizione per una legge sulla gravidanza per altri solidale, sottoscrivibile a questo link.
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Dichiara Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni: “Dal 2016 stiamo lavorando con esperti e associazioni affinché anche in Italia ci sia una legge che normi la gravidanza per altri solidale, unica forma compatibile con il nostro ordinamento. Abbiamo anche lavorato per una rete europea affinché vi siano norme rispettose dei diritti fondamentali. È arrivato il momento di modificare la legge 40 sulla fecondazione assistita, non per introdurre divieti che mirano solo a stravolgere la vita di tante famiglie ma per prevedere che possano accedere a tutte le tecniche riproduttive tutti quelli che ne hanno bisogno, che ci sia la piena tutela per i nati e che sia anche emanata una legge adeguata sulla GPA solidale. Vorrei chiedere al legislatore, al Governo se il problema di questo paese sono le coppie dello stesso sesso, chi accede alla GPA e i nati. Perché se la risposta è sì, la frattura tra parlamento e cittadini è diventata incolmabile, siamo noi tutti ad avere un problema che è – o dovrebbe essere – un allarme per la nostra società democratica e libera, che prevede nella Carta costituzionale l’uguaglianza e il rispetto dei diritti di tutti. L’Associazione Luca Coscioni difende i diritti e le libertà. Da Luca, il suo fondatore, le storie personali e private sono uno strumento politico per ottenere nuovi diritti e per proteggere quelli già esistenti. Perché i diritti sono come gli organismi viventi e hanno bisogno di una continua protezione. Non sarà un disegno di legge o una legge che impedirà la protezione dei diritti di tutti. Continueremo a lavorare come sempre abbiamo fatto per la vita dei diritti”.
Dichiara Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno: “Le storie che abbiamo ascoltato oggi dimostrano quanto la realtà delle famiglie sia lontana dalle logiche ideologiche e opportunistiche di chi, in Italia, vuole dichiarare la gestazione per altri reato universale. E le famiglie in piazza al sit-in sono la dimostrazione plastica di quanto sia lontana dalla realtà concreta la politica di palazzo e le ideologie della destra estrema che governa questo paese. Siamo sempre stati, e sempre saremo, a favore di una discussione aperta sui diritti di tutti i soggetti coinvolti nelle storie di gestazione per altri, come dimostra questa giornata di confronto e chiediamo una regolamentazione seria attraverso una legge, come quella che abbiamo proposto con l’Associazione Coscioni. Ma altrettanto nettamente dobbiamo riconoscere che la criminalizzazione della gestazione per altri fa parte di un disegno più ampio di delegittimazione che questo governo sta portando avanti nei confronti di una pluralità di soggetti che sono le persone lgbtqia+, le persone straniere, gli attivisti per l’ambiente, ma anche l’insieme dei minorenni che oggi più di ieri rischiano il carcere. La maggioranza degli italiani non vuole tutto questo e noi continueremo a scendere in piazza per ribadirlo”, ha concluso Crocini.