«Io e Manlio ci siamo separati. Dopo un lento ma inesorabile cambiamento del nostro rapporto che non siamo riusciti a fermare, abbiamo deciso di continuare da amici. E da co-genitori. Perché, anche se io e lui non siamo più una coppia, noi cinque restiamo una famiglia».
È sempre difficile dare conto della fine della storia di una vita. Lo è ancora di più se quell’amore è diventato un simbolo. E se per giunta per la sua conclusione non ci sono precedenti «rodati». Claudio Rossi Marcelli, 41 anni, scrittore e giornalista, ieri ha annunciato così in un post su Facebook la separazione da Manlio, suo compagno (e poi consorte) per vent’ anni.
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La rubrica, amatissima, di consigli per genitori che Rossi Marcelli cura sul settimanale Internazionale lo ha reso il papà «arcobaleno» più noto d’Italia. Lui e Manlio (che lavora da tempo all’ estero come manager) sono stati tra le prime coppie gay visibili nel nostro Paese e soprattutto tra le prime ad avere figli insieme: le gemelle Maddalena e Clelia nel 2007, Bartolomeo nel 2011, nati grazie alla stessa madre surrogata californiana e agli ovuli della stessa donatrice.
«Sono consapevole del fatto che siamo diventati un punto di riferimento per alcune persone – spiega ora Rossi Marcelli -. Soprattutto per i più giovani il solo fatto che noi esistessimo ha aperto una serie di possibilità nella loro vita. Mi ha sempre riempito di orgoglio, perché mi sembrava di poter spargere un po’ della nostra felicità su persone che ne avevano bisogno».
E la felicità è stata tanta. Lui e Manlio si sono conosciuti nel 1996, innamorati da subito, presi e lasciati più volte nell’ incertezza dei vent’ anni, per poi ritrovarsi nel 2003, decisi a dare una possibilità al loro amore quando le famiglie gay, in Italia, sembravano un miraggio lontano. In ‘E il cuore salta un battito’ il libro uscito due anni fa per Mondadori in cui racconta l’inizio della loro storia, Rossi Marcelli rievoca così le parole con cui Manlio gli ha chiesto di scommettere sul loro futuro: «”Ascolta, io e te non ci possiamo sposare” mi dice a un tratto facendosi serio. “Ma a me quello che importa è vivere insieme a te, fare progetti importanti insieme. Non è proprio un matrimonio, ma per me lo è. Tu che ne dici?”».
Il mondo è cambiato più in fretta di quanto si aspettassero e nel 2011 si sono uniti civilmente in Svizzera, dove Rossi Marcelli aveva seguito Manlio che si era trasferito per lavoro. Avevano già due figlie. La tappa successiva è stata la Danimarca, dove vivevano quando è nato il terzogenito, Bartolomeo. Poi, da poco più di un anno, l’ Inghilterra.