Da: Focus
Si può riconoscere una persona omosessuale? Per quanto la domanda possa sembrare scientificamente bizzarra (oltre che poco rispettosa), in certi Paesi i governi se la sono posta, spesso a scopi censori. Succede ancora oggi in alcuni regimi allergici ai diritti civili, così come accadeva nell’America maccartista degli anni 50 e 60, quando gli omosessuali venivano perseguiti al pari dei “comunisti”.
Senza girarci tanto intorno: non esistono caratteristiche fisiche o schemi comportamentali, che indichino con certezza che un uomo sia gay o che una donna sia lesbica. Tutti i metodi messi a punto finora a questo scopo, sono spesso basati su pregiudizi e anche quando a decidere è un algoritmo, la scienza ha di che obiettare…
Barba e famiglia. La lista più recente di possibili… indizi, l’ha pubblicata in Malesia il quotidiano Sinar Harian, per insegnare ai lettori “come individuare un gay”. I gay, spiegava il solerte articolista, amano la barba. Apprezzano anche l’abbigliamento di marca, la famiglia e andare in palestra. Ma, una volta in palestra – avvertiva il giornale – il maschio omosessuale non si esercita, ma si limita a guardare gli altri uomini, e i suoi occhi si illuminano di gioia ogni volta che ne vede uno particolarmente bello…
Ce n’è anche per le lesbiche che, sempre secondo Sinar Harian, possono essere individuate semplicemente attraverso i loro atteggiamenti velenosi nei confronti degli uomini. Verso le donne, spiega l’articolo, le lesbiche sono aperte e spensierate. Si tengono per mano e si abbracciano apertamente. Mentre odiano gli uomini.
La bizzarra lista ha attirato le attenzioni di The Guardian, che gli ha dedicato un articolo, spiegando come in Malesia recentemente si siano susseguite una serie di morti di uomini e donne, sospettati di essere gay o transgender.
Nel 2013 ha fatto il giro del mondo la dichiarazione del ministro della sanità del Kuwait, Yousuf Mindkar, che fece una promessa: “Prenderemo misure più severe che ci aiuteranno a individuare i gay”. Il suo piano era di rivedere le disposizioni del visto del Kuwait, richiedendo ai medici di certificare i visitatori in arrivo come eterosessuali prima di farli entrare nel paese. Mindkar in realtà non ha spiegato come i medici avrebbero testato i loro pazienti per l’omosessualità, ma era sicuro che sarebbe stata una procedura semplice. Del resto, sosteneva il ministro, qualsiasi medico sarebbe stato in grado di eseguire un test per cogliere i segni fisici rivelatori dell’omosessualità. In seguito ha fatto marcia indietro a causa delle critiche nella comunità internazionale.
Il metodo Hoey. Nel 1950, alcuni senatori degli Stati Uniti misero su una task force speciale chiamata Comitato di Hoey. La loro missione era ambiziosa: identificare e sradicare i gay che si nascondevano in tutta l’America. La senatrice Margaret Smith, in un incontro con alcuni scienziati, arrivò persino ad auspicare un test rapido, per esempio come una radiografia, per rivelare l’orientamento sessuale di una persona. In due anni di ricerche il Comitato di Hoey credette di giungere a conclusioni incontrovertibili circa gli omosessuali: non erano sposati, “raramente si rifiutavano di parlare di se stessi” e tendevano a essere perfezionisti. Criteri non propriamente scientifici, la cui applicazione causò danni talvolta molto gravi.
“Gli storici stimano che tra le 5.000 e le decine di migliaia di lavoratori gay abbiano perso il lavoro per l’applicazione del metodo Hoey” – si legge in un documento degli archivi nazionali americani. “Alcuni hanno affrontato la continua disoccupazione o sottoccupazione, l’esclusione dalle loro professioni, problemi finanziari o addirittura la rovina e un notevole disagio emotivo. Il suicidio non era raro. Alcune di queste tragedie le conosciamo; altre rimangono nascoste per sempre perché i necrologi in genere in questi casi omettevano la causa della morte”.
La caccia alle streghe di Hoover. A dare manforte alla repressione degli omosessuali negli Usa del secondo dopoguerra fu anche il leggendario direttore dell’FBI, J. Edgar Hoover, che mise molti agenti sulle tracce di possibili omosessuali nascosti. Gli agenti dell’FBI seguivano gli uomini nelle loro case, tenevano sotto controllo i bar e i ristoranti che frequentavano e psicologi professionisti esaminavano nel dettaglio le loro abitudini, alla ricerca di modelli rivelatori dell’omosessualità. Il tutto avrebbe dovuto portare a un arresto in flagranza di reato. Curiosamente pare che l’ossessione di Hoover fosse il frutto di una sorta di omofobia interiorizzata, visto che secondo molti storici era anche lui omosessuale e viveva con un uomo.
L’algoritmo. In realtà la ricerca di un metodo “scientifico” per riconoscere le persone gay è ancora il pallino di alcuni scienziati americani, sebbene gli Usa abbiano fatto enormi passi nel rispetto dei diritti civili fino ad approvare i matrimoni gay, che dal 2015 sono consentiti in tutto il Paese per decisione della Corte Suprema. Dunque non è certo il desiderio di censura ad aver mosso nel 2017 Michal Kosinski dell’Università di Stanford a usare l’intelligenza artificiale per riconoscere i gay.
Già noto per essere il padre “scientifico” del discusso algoritmo di Cambridge Analytica, Kosinski assieme a Yilun Wang, ha creato un programma di riconoscimento facciale, scansionando 30 mila profili da un sito di incontri online, organizzati in gruppi di “gay” e “etero”. L’intelligenza artificiale è stata programmata per identificare gli schemi nelle “caratteristiche facciali gay”, alla ricerca di peculiarità fisiche ed espressive, che unirebbero tutti gli omosessuali. I risultati secondo i due ricercatori sono promettenti: il programma sarebbe stato infatti in grado di identificare con precisione un uomo gay l’81% delle volte e una donna gay il 71% delle volte. I ricercatori hanno anche chiesto ad alcuni volontari di fare lo stesso, ma non hanno ottenuto il successo sperato, indovinando soltanto nel 54 e nel 61% dei casi.
In realtà lo studio di Kosinski e Wang è stato fortemente contestato da alcuni loro colleghi, secondo cui la ricerca è confusa dal fatto che le foto siano state caricate dagli utenti stessi e non prese in un laboratorio neutro. Anche i gruppi per i diritti dei gay LGBTQ hanno criticato la ricerca, affermando che è basata su pseudoscienza e che rappresenta un pericolo per i membri della comunità LGBTQ in tutto il mondo. Altri ricercatori in psicologia la hanno bollata come erede della fisiognomica, la pseudoscienza il cui massimo esponente fu Cesare Lombroso, che attribuiva tratti di personalità a caratteristiche fisiche. Kosinski però ha tenuto a precisare che il suo obiettivo non era discriminare, ma, tutt’altro, mettere in guardia sulla rapida estinzione della privacy cui siamo destinati a causa dell’avvento dell’intelligenza artificiale.