Se una ragazza etero bacia una ragazza etero generalmente lo si interpreta come un gioco. Se la stessa cosa la fa un ragazzo etero con un altro uomo etero il nostro immaginario socioculturale lo cataloga immediatamente come un’attività gay. Il divario di senso nella comune comprensione della sessualità umana viene messo in discussione dal fenomeno del “bro job”. Un’allitterazione non troppo velata, sorta di tendenza sessuale scoppiata recentemente negli Usa in cui due uomini oltre a baciarsi praticano sesso orale e anale, e che viene spiegato dalla professoressa Jane Ward nel suo libro: Not Gay – Sex between straight white man.
Il titolo dell’opera scritta dall’esperta docente in Woman’s studies all’università della California, non dà adito a dubbi: se un uomo bacia o fa sesso con un altro uomo può non essere gay. “Intanto partiamo dal fatto che le più classiche ricerche sessuologiche e psicologiche tendono a suggerire che la sessualità maschile è più rigida di quella delle donne e che intrinsecamente le donne sono sessualmente più fluide”, ha spiegato la saggista in un’intervista al New York Magazine. “Se infatti si guarda a questa convinzione che la sessualità femminile è più ricettiva, fluida appunto, innescata da stimoli esterni da tutto e da tutti, in realtà rafforziamo proprio quello che vogliamo credere delle donne, cioè che sono sessualmente più disponibili dell’uomo”. Partendo da un luogo comune da sfatare, quindi, la Ward analizza tutta una serie di esempi “bro job” in cui uomini etero si accoppiano tra loro, magari in circostanze estreme come il “nonnismo” nelle camerate militari, fino al boom odierno di annunci redatti da maschi per cercare sesso online dove vengono specificate nella maggior parte dei casi richieste precise: fare sesso con un altro uomo non gay. “E’ un fenomeno interessante, perché mette proprio in discussione quella rigidità di cui ho parlato prima. Un’altra tesi del libro è questa necessità di pratiche sessuali omosessuali che vengono effettuate per rafforzare realmente l’eterosessualità di chi le compie. Perché offrono l’opportunità agli uomini eterosessuali di mostrare di essere talmente in gamba da fare questo senza avere nessun tipo di conseguenza sul proprio orientamento sessuale quotidiano. Ho intervistato diversi sociologi che hanno compiuto studi su questo genere di annunci web in cui sono stati rilevati persino forti componenti omofobe, di disprezzo verso i gay e dove si fantastica di orge e gang bang con donne”.
La Ward ha aggiunto anche la specifica nel titolo del colore della pelle del campione analizzato: uomini ‘bianchi’. “Sì, gli uomini bianchi sono stati come idealizzati nel 19esimo secolo, intesi come una sorta di esemplare della normalità sessuale del genere maschile, a scapito delle donne e degli uomini di colore”. Così, parafrasando i rivoluzionari studi del sessuologo Alfred Kinsey, più specificatamente l’omonima “scala” graduale tratta dal rapporto Kinsey del 1948 (“i maschi non rappresentano due popolazioni distinte, eterosessuali ed omosessuali”), la Ward giunge ad una conclusione simile: “Il desiderio omosessuale è solo una parte della condizione umana. Questo significa che due uomini etero possono fare sesso gay ma anche non essere gay. Sapete cosa mi piacerebbe vedere prima di ogni altra cosa? Che venisse riconosciuto nel mainstream comunicativo e scientifico che ciascuno di noi cela in sé il sesso omosessuale. Quando dico così non dico che tutti l’abbiano fatto o lo vogliano fare, dico che è una possibilità”.