Li accusavano di masturbarsi in pubblico. Poi, per evitare la pubblica umiliazione, li convincevano a confessare reati minori. Con queste modalità i poliziotti di Port Authority, terminal bus di New York, avrebbero preso di mira e arrestato diversi uomini gay che utilizzavano il bagno della stazione. I bersagli preferiti degli agenti in borghese sembravano essere persone che “non rispettavano il loro sesso” nell’uso dei servizi o giudicate troppo effeminate o appariscenti.
Le vittime hanno intrapreso una class action che mira a porre fine all’evidente discriminazione dietro la richiesta di un equo risarcimento. Una pratica, questa, definita dall’avvocato Ross Kramer – che ha depositato la querela presso la Corte Federale di Manhattan – illegittima e incostituzionale, avanzando l’ipotesi che gli arresti ingiustificati fossero un modo per truccare al rialzo le statistiche di produttività e sicurezza del distretto.
Gli arresti infondati andavano avanti da oltre 13 anni. La prima di una lunga serie di incriminazioni risale infatti al 2004, quando Alejandro Martinez, poi prosciolto e risarcito, è stato fermato proprio con l’accusa di essersi masturbato in pubblico. Un caso che non ha fermato i poliziotti di Port Authority, i quali avrebbero continuato per anni a prendere di mira gli omosessuali, o presunti tali, che passavano per la stazione. Al momento, in ogni caso, il dipartimento ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni sulla class action.
Da: Prideonline