Fa discutere l’autobiografia di Giorgia Meloni, Io sono Giorgia, ed è spuntato già il primo ‘caso’ sospetto.
Nel libro la Meloni dice che non sarebbe mai dovuta nascere, perché sua madre, quando rimase incinta di lei, pensò seriamente ad abortire, cambiando idea all’ultimo per poi portare avanti la gravidanza.
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Come sottolinea però Selvaggia Lucarelli su Tpi e sul suo profilo Twitter, c’è una stranezza nel racconto della Meloni: quest’ultima è nata nel 1976, mentre la legge sull’aborto risale al 1978. Quindi, si chiede la Lucarelli, i casi sono due: o sua madre le ha mentito, oppure mente lei nel suo racconto. Quando la madre di Giorgia Meloni era incinta – scrive – la legge sull’aborto non esisteva. Così la giornalista: «Nel 1976 l’aborto era illegale. Non funzionava così. Hai mentito tu o tua madre?» E ancora: ««C’è solo un problema in questo racconto scritto con quell’impellente bisogno di verità che Giorgia Meloni si porta dentro: e cioè che quando la madre di Giorgia Meloni era incinta di Giorgia Meloni la legge sull’aborto non esisteva».
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Nel 1976 l’aborto era un reato e si rischiava una condanna dai 2 ai 5 anni di prigione: secondo la legge dell’epoca una gravidanza poteva essere interrotta solo «quando l’ulteriore gestazione implichi danno, o pericolo, grave, medicalmente accertato nei sensi di cui in motivazione e non altrimenti evitabile, per la salute della madre». Solo due anni dopo, nel maggio ’78, arrivò la legge 194 che introdusse l’interruzione di gravidanza entro i primi tre mesi, escluso l’aborto terapeutico.