Il Parlamento della Scozia ha approvato, a grande maggioranza, 86 a 39, il Gender Recognition Act, la legge che rende possibile il cambio di genere sui documenti con un’autocertificazione già a 16 anni di età. Non sono mancate però le polemiche: alcuni deputati del partito indipendentista della premier Nicola Sturgeon si sono opposti e un ministro ha dato le dimissioni per protesta.
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In Scozia era già legale dal 2005 il cambio di genere sui documenti, ma dai 18 anni e con una certificazione medica di disforia di genere. Il governo ha ritenuto però che la procedura, che richiedeva un certificato di riconoscimento di genere, fosse invasiva e scoraggiante. La legge, unica nel Regno Unito e che potrebbe subire un ricorso da parte di Londra, dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno. Se finora servivano due anni vissuti nel nuovo genere per avere i documenti adesso basteranno tre mesi per i maggiorenni e sei per chi ha 16 e 17 anni. C’è un periodo di riflessione nei successivi tre mesi. Sarà reato rendere una dichiarazione falsa o una domanda falsa, con il rischio di due anni di carcere.
Per i gruppi Lgbtqi+ è una storica opportunità verso l’uguaglianza, contraria da sempre la scrittrice J.K.Rowling per la quale le donne sono solo coloro nate biologicamente tali. Altri paesi stanno valutando norme simili: in Spagna è in via di approvazione una che permettere il cambio già dai 14 anni con il consenso dei genitori e dai 16 senza. Con 188 voti favorevoli su 350 la norma è passata al Congresso e ora deve essere vagliata dal Senato. Permetterebbe l’autodeterminazione di genere con la sola dichiarazione amministrativa. Anche qui non sono mancate le polemiche. Si oppongono i partiti del centro destra, ma anche chi dice che questi diritti sono negati ad altre minoranze e c’è chi ricorda che questa legislazione fa fare passi indietro alla lotta femminista.