I fan di Sex & The City aspettano da tempo un terzo film dedicato alla serie tv cult degli anni ’90 ma le risposte spesso ambigue date dalle protagoniste tengono tutti col fiato sospeso. Se da un lato riprendere un progetto di successo è sempre una garanzia, per le protagoniste e per sceneggiatori e produttori, spesso le dinamiche interne impediscono che il progetto venga poi effettivamente realizzato.
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Solo pochi giorni fa Sarah Jessica Parker, che interpreta Carrie Bradshaw, ha confermato che nonostante la bella sceneggiatura e l’accordo di quasi tutte le protagoniste, Sex & The City 3 non si farà. Non è difficile capire chi sia stata a “mettere i bastoni tra le ruote” al progetto: Kim Cattrall, la pierre Samantha Jones, che ha sempre mal sopportato la centralità della Parker nella serie e nel film e avrebbe abbandonato il progetto poco prima dell’inizio delle riprese del film perché i produttori non avrebbero accolto le sue richieste.
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Ma dal palco del New York Festival, da parte dello sceneggiatore Ryan Murphy, che ha collaborato con la Parker in Glee, si è levata una “proposta indecente”: ma perché non sostituire l’attrice che interpreta Samantha? Murphy ha aggiunto che sarebbe dispiaciutissimo se avesse creato una serie in cui il 95% degli “addetti” volesse continuare ma non potesse per colpa di un solo ostacolo. L’alternativa? “Fare il film una volta che Samantha sarà morta”. Ha funzionato per tanti, perché non per loro?