Un fastidio immotivato che si trasforma in intolleranza e che trova terreno fertile nelle persone pavide, ostili e con una forte paura sociale.
Segnali di un possibile disturbo mentale che scatena l’odio verso i gay. E’ quanto suggerisce uno studio italiano dell’Università Tor Vergata di Roma e dell’Università degli Studi dell’Aquila, pubblicato sulla rivista ‘Journal of Sexual Medicine’ e condotto con test psicometrico su 560 studenti universitari. “Abbiamo scoperto per la prima volta che ci sono delle caratteristiche della personalità che creano il terreno fertile affinché esploda l’odio e l’avversione contro chi è omosessuale, – spiega all’Adnkronos Emmanuele A. Jannini, co-autore dello studio e docente di sessuologia medica a Tor Vergata – caratteristiche che potrebbero nascondere un disturbo mentale. I test psicometrici a cui sono stati sottoposti i partecipanti hanno individuato queste caratteristiche: paura, ostilità e rabbia repressa. Dopo aver discusso per secoli se l’omosessualità è da considerarsi una malattia, per la prima volta abbiamo dimostrato che la vera malattia da curare è l’omofobia”, conclude Jannini.
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Su questa fobia (e su limiti e danni sociali che da essa scaturiscono) fanno leva gli esponenti della Chiesa e i rappresentanti di partiti e movimenti cattolici e di estrema destra; gente come Silvana De Mari, Francesca Immacolata Chaouqui, Costanza Miriano, Camillo Ruini, Massimo Gandolfini, Mario Adinolfi sono riusciti a costruirci sopra nuove inquisizioni, carriere politiche, editoriali, professionali ed ecclesiastiche. L’ultimo spauracchio legato al fenomeno riguarda gli studi sull’uguaglianza e contro la discriminazione – derubricati come “ideologia #gender” – dai quali tenere lontani i ragazzi e la scuola. E’ un corto circuito: ciò che servirebbe a tutelare i giovani, educandoli ad accettare ed accettarsi, viene così considerato dannoso e utilizzato per spaventare i fobici, pronti al boicottaggio e alla caccia alle streghe. Intanto la legge di contrasto al reato di omofobia, che ha iniziato l’iter al Senato nell’aprile 2013, è ancora ferma arroccata in commissione dal 29 aprile 2014. Un vuoto normativo che continua a permettere di generare vittime.