Linea dura contro il matrimonio gay, in Romania come in altri Paesi balcanici.
La Corte suprema del più popoloso ed economomicamente, militarmente, geopoliticamente massimo membro balcanico di Ue e Nato ha approvato l’organizzazione di un referendum che cambierebbe le leggi sulle unioni.
Consentendo di definire matrimonio solo l’unione tra un uomo e una donna. Il referendum è stato approvato da sette giudici supremi su nove e ha l’appoggio del Senato. Recentemente un movimento contrario alle nozze gay aveva raccolto le firme necessarie per una consultazione popolare, anzi anche molte di piú cioè circa tre milioni. Affermando che oggi la legge definisce imprecisamente il matrimonio come “unione tra sposi” e va cambiata per motivi religiosi, appunto consentendo i pieni diritti e doveri dati dal matrimonio solo alle unioni eterosessuali.
In realtà giá oggi non esiste in Romania una legalizzazione delle nozze gay né facilitazioni o aiuti pubblici alle coppie omosessuali. I cui movimenti hanno protestato per la decisione della corte come nuovo segno d´intolleranza. Occorre una partecipazione al voto di almeno il 30 per cento degli aventi diritto perché il risultato del referendum sia valido.