Migliaia di persone hanno sfilato per le vie della Capitale per il Roma Pride, la manifestazione per l’orgoglio e i diritti del mondo omosessuale, quest’anno nel segno della “liberazione continua”, ispirata dai valori della Resistenza e della Costituzione. Presenti anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, Emma Bonino, la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, e il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina.
“Brigata Arcobaleno, la liberazione continua”. Con questo motto il corteo arcobaleno, (per gli organizzatori mezzo milione di persone) ha sfilato per la vie di Roma colorando di musica la Capitale. Una manifestazione partita alle 15 da Piazza della Repubblica per chiedere uguali diritti per tutti i cittadini. Una giornata che arriva dopo le dichiarazioni del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, secondo cui “per la legge non esistono le famiglie arcobaleno”.
La parlamentare del Pd, Monica Cirinnà, promotrice della legge sulle Unioni civili, alla testa del corteo Lgbt del Roma Pride 2018, canta l’inno di Mameli. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono stati mezzo milione. Molti i politici presenti. Assente invece anche quest’anno la sindaca Virginia, per il Campidoglio erano presenti il vice sindaco Luca Bergamo e gli assessori Daniele Frongia e Laura Baldassarre.
La comunità Lgbtqi ha percorso le vie della Capitale accompagnata da due testimonial d’eccezione: i partigiani Tina Costa di 93 anni e Modesto 92 anni, che hanno partecipato alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
“La battaglia per i diritti civili non si può e non si deve fermare – ha detto il Pd – siamo orgogliosi di avere promosso e conseguito l’obiettivo fondamentale di una legge sulle unioni civili nella scorsa Legislatura, ma siamo anche convinti della necessità di continuare ad impegnarci per sostenere ed affermare la piena uguaglianza tra le persone nella società e nel dibattito pubblico”.
Marilena Grassadonia, presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, dalla manifestazione del Roma Pride risponde al ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, che aveva disconosciuto l’esistenza delle famiglie omogenitoriali. “Chi è qui ha a cuore un paese civile, laico e con più diritti per tutti – ha detto -. Noi siamo qui per rivendicare con forza le nostre scelte e dire che i nostri bambini esistono. Un ministro non può permettersi di fare dichiarazioni così piene di ideologia, pregiudizi e lontane dalla realtà”.
Per Bonino “il clima che si respira non è proprio propizio alle aperture verso le diversità. Ho cercato di attirare attenzione su questi temi che sono stati sottovalutati. Reagiamo almeno adesso”.
Al Roma Pride era presente anche la famiglia di Nichi Vendola al gran completo. L’ex governatore della Puglia era accompagnato infatti dal compagno Eddy Testa e dal figlio Tobia. “Sono qua con la felicità di condividere con loro il Pride – ha detto Vendola -. Una famiglia che qualcuno vorrebbe fantasma e che invece esiste, vive pienamente la propria condizione e cresce un bimbo felice”. “Nostalgia della politica? Non ci si dimette da quella passione ma sono molto preoccupato e angosciato dai segnali lanciati dai propagandisti del nuovo regime, regime che ha tutte le caratteristiche di una post-democrazia”, ha aggiunto.