Paolo Di Stefano per il “Corriere della Sera”
Ci vuole del talento per vincere, a 57 anni quasi compiuti, il premio Nobel del Porno, ovvero gli Avn Awards, con ben due allori: come «miglior interprete maschile straniero» e per la «miglior scena a due». Affondato in una maestosa sedia girevole nel suo ufficio di Budapest, dove vive da 25 anni («per il mio lavoro è il best of the world»), Rocco Siffredi si dichiara al Corriere della Sera.
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«Da ragazzino, dall’ età della masturbazione, sono stato letteralmente folgorato dai giornalini porno e ho subito capito che avrei fatto il pornostar: c’ era solo il come sarà e dove sarà, ma ero sicuro», ha confessato Siffredi.
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Sulla famiglia confessa: «Il vero pilastro era la mamma, era lei che si occupava di portare per ospedali Claudio a Milano e a Roma, da quando a due anni, alle case popolari, si prese una mazza di ferro in testa da un altro bambino. Da lì pare che gli venne l’ epilessia per l’ ematoma. Mentre papà, per carità, era un gran padre ma molto passivo, l’ unica cosa che faceva davvero bene era andare a cercar donne… Da qualcuno avrò preso… Una passione in comune tra padre e figlio…».
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Oggi:
«Certo, ma la bella notizia è che sto invecchiando… Io mi sono ritrovato con mille problemi fisici già a vent’ anni, quando in moto ho fatto un brutto incidente, mi sono frantumato tutto, dovevo morire… La macchina mi ha tritato le braccia, ho dovuto mettere delle protesi alle spalle, mi sono operato più volte… Ho avuto tantissimi anni di sofferenza fisica di giorno e di notte… E mia moglie si lamenta ( ride )».
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E sulla moglie: «Yes. Dice sempre: ogni donna vorrebbe avere Siffredi a letto, ma lui dà tutto se stesso sul set e i suoi dolori me li prendo io… È la pura verità. Sul set passava tutto, il porno è stato il mio antidolorifico naturale».