“Il Covid ci ha resi ancora una volta diversi, altro che restare uniti e sentirci tutti uguali…“, dichiara Alberto, un ragazzo gay separato dal compagno Tom perché non residente in Italia ma in Uk.
“Adesso qualche volo c’è da prenotare ma costa una fortuna – dice – non dico che ci debbano essere voli gratuiti per congiungere le famiglie, anche le nostre, ma magari delle agevolazioni, invece siamo assolutamente abbandonati”.
“Ovviamente durante il periodo dell’emergenza siamo stati zitti, perché c’era ben altro da prendere in considerazione, ma adesso che i casi gravi sono diminuiti e la situazione si sta normalizzando, forse si può pensare anche al nostro caso…“. “Se fossi stato sposato con una donna – spiega – non avrei avuto questi problemi, ci sarebbe stato subito il ricongiungimento familiare, la quarantena e stop. Invece con l’unione civile e in più la nostra omosessualità le cose si complicano. Perché dobbiamo essere penalizzati?”.
Tom vive in UK: “In Uk in teoria non ci sarebbero problemi a partire, il problema vero è che loro presentano un modulo che ha previsto il governo italiano per chi arriva dall’estero. E lui deve dichiarare qual è la ragione del suo rientro. Il rientro per il ricongiungimento familiare per una coppia gay non esiste, esiste per ragioni di ‘comprovata necessità’. Insomma, pare che dipenda tutto dalla interpretazione delle leggi”.
“Ora, con tutto il rispetto delle forze dell’ordine ma affidarsi al ‘buon senso’ di un agente o al suo ‘buon cuore’ mi sembra assurdo. Io non voglio avere dei favori ma diritti, perché pago le tasse. E non ho mai avuto alcuna agevolazione”.