Circa trecento fedeli, provenienti da tutt’Italia, hanno partecipato stamattina al corteo religioso di riparazione nei confronti del Remilia Pride, che si tiene oggi pomeriggio. La processione, guidata da don Luigi Moncalero di Treviso, affiancato da altri quattro sacerdoti e sei ministranti del culto, che indossavano gli abiti tradizionali del culto cattolico, cotta e talare, si è snodata da piazza Duca d’Aosta lungo via Emilia Santo Stefano per poi svoltare in corso Garibaldi, recitando il rosario e le litanie in latino.
I fedeli si sono inginocchiati davanti alla Basilica della Ghiara. «La nostra – ha detto don Moncalero – non è una manifestazione contro il Gay pride, ma una preghiera che vuole riparare il peccato pubblico: dal punto di vista morale l’omosessualità è un disordine fortemente fustigato dalle sacre scritture. Esaltare l’omosessualità significa non soltanto contraddire la Bibbia che dice ‘maschio e femmina Dio li creò’, ma invertire l’ordine naturale della natura».
Tra gli altri, alla processione ‘riparatrice’ erano presenti nel corteo anche alcuni rappresentanti di associazioni pro life, che si battono contro l’eutanasia e l’aborto. La processione, partita alle 10.30, si è conclusa un’ora dopo senza disordini, costantemente sorvegliata della polizia e dai carabinieri che hanno controllato che non ci fossero provocazioni di sorta da parte di chi parteciperà alla manifestazione lgbt.