Intervistato da Variety, Regé-Jean Page racconta la sua nuova vita da sex symbol, il modo in cui ha affrontato le diverse scene di sesso nei panni del duca di Hastings e il perché «Bridgerton» non sia la serie ideale per le nonne.
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Quando ha capito che milioni di spettatori lo avrebbero visto come mamma lo ha fatto, Regé-Jean Page ha subito pensato di rassicurare la famiglia preparandola a quello che sarebbe successo una volta che Bridgerton avrebbe fatto il suo ingresso nel catalogo di Netflix: «Ho inviato dei messaggi alla mia famiglia: il nostro gruppo WhatsApp è pieno di punti esclamativi inframezzati da emoji a luci rosse. Il tenore dei commenti è: “Sappiamo che sono tutti eccitati per questo, ma voglio che sappiate cosa sta accadendo.
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«Il ruolo è stato un po’ rischioso, sono a torso nudo molto di più rispetto al passato» insiste Page prima di spiegare in che modo si sia preparato alle numerose scene di sesso che lo vedono coinvolto insieme alla co-protagonista Phoebe Dynevor: «Abbiamo lavorato con un fantastico team di intimità guidato da Lizzy Talbot. Avere qualcuno che ti dirige e ti guida, ti protegge e si prende cura di te, ti alleggerisce tanto il lavoro. È un po’ folle che le persone abbiano girato questo tipo di scene senza quel tipo di consulenza». Sarà anche per questo che, parlando con la produttrice Shonda Rhimes e lo showrunner Chris Van Dusen, Page è arrivato alla conclusione che Bridgerton non sia «una serie per le nonne»: «Si tratta di qualcosa di diverso, di divertente, di sexy; è una serie ambientata in un’epoca passata, ma è anche qualcosa che abbiamo mai visto in passato».
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