Raoul Bova è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi di carcere, sentenza che il suo legale Giulia Bongiorno è fiduciosa di poter ribaltare in appello. Il reato di natura fiscale contestato dalla Procura di Roma è di “dichiarazione fraudolenta mediante artifici”, per il quale i pm avevano chiesto un anno di detenzione. Sebbene il Tribunale sia stato addirittura più severo del pubblico ministero, l’avvocato Giulia Bongiorno ha descritto l’accaduto come una vittoria per il suo assistito:
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“La sentenza di oggi ha escluso che Raoul Bova abbia mai emesso fatture per operazioni inesistenti, quindi l’ accusa relativa a presunte operazioni fittizie, che costituiva il cuore del processo, è stata sbriciolata dalla sentenza di assoluzione”, ha spiegato alla stampa. “La condanna si riferisce esclusivamente alla interpretazione di un contratto sui diritti di immagine sul quale si è già espressa la Commissione Tributaria di Roma in via definitiva dando inequivocabilmente ragione a Raul Bova. La Commissione Tributaria ha sottolineato che contratti come quello oggetto del processo penale in realtà sono strumenti tipici e legittimi nel mondo artistico. Siamo certi che l’ appello ribalterà la condanna anche prendendo spunto anche dalle eloquenti statuizioni della Commissione tributaria”, ha concluso.
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Secondo l’accusa, Bova avrebbe trasferito alcune spese alla Sammarco srl, la società che gestisce la sua immagine, pagando una aliquota Iva più bassa di quella dovuta, ottenendo così sgravi fiscali. Nel procedimento sono coinvolte anche la sorella Daniela e l’ex moglie Chiara Giordano. “Non sono un evasore. Non ho mai creato risparmi fiscali. Stare qui mi mette a disagio”, sono state le parole dell’attore di Immaturi – Il Viaggio durante l’interrogazione in aula.