“Chi salva una vita salva un mondo”: cita questa celebre frase ebraica l’assessore ai Diritti del Comune di Torino, Jacopo Rosatelli, ringraziando in Questura i due poliziotti che mercoledì scorso hanno evitato il suicidio di un 30enne che voleva lanciarsi dal sesto piano di un palazzo “a causa di una difficile situazione familiare”.
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Dal racconto dell’assessore sembra infatti che il padre non accettasse l’omosessualità del figlio. “Era già a cavalcioni sul balcone quando siamo arrivati – raccontano gli agenti Renato ed Enrico, in servizio presso il commissariato Mirafiori – ‘Appena arriva la polizia mi butto giù’, aveva detto ai suoi genitori, e così stava facendo”.
L’uomo ha scavalcato la ringhiera e quando la polizia, chiamata dagli stessi genitori, è giunta sul posto c’era il padre che lo aveva afferrato per evitare che si lasciasse andare nel vuoto. “Era determinato a compiere il gesto, non era solo una minaccia”, sottolinea il questore di Torino, Vincenzo Ciarambino, che si è detto “orgoglioso” degli agenti. A fatica gli agenti della pattuglia del commissariato, diretto dal dirigente Valentina Irrera, hanno evitato il peggio per poi affidare il 30enne alle cure dei sanitari. “Questa notizia mi ha colpito e commosso – conclude l’assessore Rosatelli – Mi è venuto spontaneo scrivere al questore per dire che volevo fare qualcosa. A nome mio e della giunta. Ci tengo a dire a questi giovani agenti che hanno reso onore al loro corpo. Voi avete nella vostra divisa la costituzione scolpita”.