Un gruppo di ragazze e ragazzi giovanissimi, ha reagito compatto di fronte a un brutto episodio di discriminazione omofoba nei confronti di due adolescenti omosessuali in un locale di Grosseto.
La coppia si era scambiata dei baci nel corso di una festa in discoteca. Il fatto di cronaca è stato riportato dal quotidiano Il Tirreno, del 2 gennaio. Al primo articolo, poi, ne sono seguiti altri il 3, 4 e il 5 gennaio. Di fatto un buttafuori che faceva parte del servizio d’ordine è intervenuto in modo molto brusco, ingiustificatamente brusco, per separare i due ragazzini che ad una festa si stavano baciando sulla pista da ballo, come stavano facendo moltissimi altri coetanei per festeggiare l’arrivo del 2019.
«Qui tra uomo e uomo non è permesso», ha appellato i due adolescenti il buttafuori, strattonandoli brutalmente, in una malintesa missione moralizzatrice per conto di dio. A fronte di tanta idiozia, gli amici dei due hanno immediatamente reagito protestando educatamente ma fermamente con gli organizzatori della festa, che per fortuna hanno richiamato all’ordine lo scostumato addetto alla sicurezza.
Buttafuori che il titolare dell’agenzia ha reso noto essere di colore, cercando un po’ maldestramente di giustificarne il comportamento sostenendo che probabilmente c’era stato un fraintendimento fra lui e i due ragazzi, dovuto al fatto che non parlerebbe bene l’italiano.
Un episodio paradossale nel quale coesistono due discriminazioni: quella ai danni di due persone omosessuali maltrattate in quanto tali, e quella nei confronti del buttafuori che avrebbe commesso una cazzata in quanto, sottinteso, povero “negro” non in grado di spiegarsi nella nostra lingua. Non perché omofobo.
“Non stavano facendo nulla di male – ha scritto su Facebook uno dei ragazzi presenti al locale – si stavano scambiando un semplice gesto di affetto quando il buttafuori si è avvicinato e si è gettato su di loro senza un motivo, quando dovunque uno si girava c’erano persone che si baciavano. Ma ovviamente a lui l’occhio è cascato su di loro. Come tanti sono rimasti sorpresi del fatto che nel 2019 ci sono ancora queste discriminazioni”.