In Italia il 10% della popolazione si dichiara LGBT+, il 73% è favorevole al matrimonio egualitario e il 64%, in aumento del 5% rispetto al 2022, alle adozioni per le coppie LGBT+
È quanto emerge dal sondaggio Ipsos pubblicato per il Pride Month, condotto in 30 nazioni del mondo e che ha visto coinvolte oltre 22.500 persone di età compresa tra i 16 e 74 anni.
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Nei 30 Paesi esaminati quest’anno, in media, il 47% afferma di avere un parente, un amico o un collega di lavoro che è lesbica/gay/bisessuale/transgender, con un aumento di 5 punti rispetto al 2022, e la maggioranza (76%) è d’accordo sul fatto che le persone transgender debbano essere protette e tutelate da discriminazioni. Vediamo in dettaglio i principali risultati.
Come ogni anno, l’Ipsos LGBT+ Pride Report monitora le opinioni e gli atteggiamenti delle persone in merito all’identità e alle principali istanze della comunità LGBT+. Nel dettaglio, il sondaggio rileva che il 10% degli adulti intervistati a livello internazionale si definisce come LGBT+.
Questa percentuale varia notevolmente tra le generazioni: da una media, nei 30 Paesi, del 18% tra i GenZ al 4% tra i Baby Boomers. A livello geografico, Spagna, Brasile e Olanda sono i Paesi ad avere il maggior numero di persone che si identificano come omosessuali, bisessuali, pansessuali/omnisessuale o asessuali. Al contrario, Polonia, Giappone e Perù sono i Paesi con le percentuali più basse.
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In linea con la media internazionale, anche in Italia il 10% delle persone intervistate si definisce LGBT+. In particolare, il 2% si definisce omosessuale, il 4% bisessuale, l’1% pansessuali/omnisessuale e l’1% asessuato. C’è poi un 4% che si definisce transgender/genderfluid/non-binario.
Anche analizzando il tema della visibilità LGBTQ+, ovvero l’atto di essere apertamente visibili e riconoscibili come persone queer nella società, registriamo un aumento rispetto alla precedente rilevazione.
Infatti, nei 30 Paesi esaminati quest’anno, in media il 47% afferma di avere un parente, un amico o un collega di lavoro che è lesbica/gay/bisessuale/transgender, con un aumento di 5 punti rispetto al 2021. Avere un parente, un amico o un collega di lavoro queer è più comunemente segnalato in America Latina, Spagna, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. La diversità di genere è più visibile nei Paesi anglosassoni, in Brasile e soprattutto in Thailandia. Al contrario, la visibilità della comunità queer è più bassa in Giappone, Corea del Sud, Turchia, Romania, Ungheria e Polonia.