Erano gli anni ’90 quando Lella, una ragazza di La Spezia, interviene in diretta durante un programma televisivo di TMC (Tele Monte Carlo, rete che solo chi è adulto potrà ricordare) che ha come ospite della puntata Mia Martini.
Durante lo show la cantante parla delle sue passioni, delle sue canzoni preferite come Stelle, Guarirò Guarirò e Amanti e dell’omosessualità, argomento che in quegli anni era ancora un tabù e se ne parlava pochissimo, sorpatutto in tv e durante uno show che andava in onda al mattino.
Cosa ne pensi dell’omosessualità? Chiede Lella di La Spezia a Mia Martini…
“ Questa è una domandina mica da ridere a quest’ora al mattino. Ci sono tanti tipi di omosessualità – risponde la cantante – Ho un parere su quella maschile e un altro su quella femminile…”
“Ho dei grandi amici tra gli omosessuali, forse sono i miei migliori amici – continua – Si tratta di persone sensibili, in molti casi ci sono degli scompensi, degli squilibri dovuti all’infanzia in una maniera di crescere in un ambiente dove manca un certo equilibrio tra i ruoli del padre e della madre. Quando c’è il piatto della bilancia che pesa di più da una parte o dall’altra naturalmente possono succedere dei traumi…”.
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“Traumi così profondi – continua Mia Martini – che poi possono portare quella persona a scegliere e a diventare degli omosessuali”.
“Alla base di tutto questo c’è una grande pigrizia mentale – sostiene – Cioè il voler escludere a tutti i costi una determinata cosa per pigrizia, per paura di voler affrontare dei problemi con noi stessi e, naturalmente, con gli altri”.
“E’ più comodo scegliere un rapporto con una persona dello stesso sesso – conclude – ma non è un rapporto perché non ci si può confrontare e completare. Diciamo che è un ripiego, è più facile perché tante cose non hai bisogno di spiegarle. Io sono pazza di alcuni omosessuali”.
Mia non era l’unica persona a pensarla in questo modo, ricordiamoci che erano gli anni’90, anni difficili per il mondo LGBTQ…
…E che dalla metà del XX secolo, l’omosessualità è stata gradualmente disconosciuta come crimine o malattia e decriminalizzata in quasi tutte le nazioni sviluppate. Viene depennata dalla International Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death il 17 maggio 1990, data che poi è diventata il simbolo della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.