Una donna di 35 anni si è presentata domenica sera al pronto soccorso del San Giovanni di Roma. Il motivo? La donna è stata liberata dal suo dito, rimasto bloccato lì dove non batte il sole a causa di un anello, troppo grande, che di uscire proprio non ne voleva sapere.
I portavoce di esperienze indimenticabili sono gli infermieri, testimoni di imbarazzanti richieste di aiuto. «Una volta, al pronto soccorso del Grassi, si presentò una coppia molto elegante e a modo– racconta uno di loro alla giornalista del Tempo – Lei ancora me la ricordo, era bellissima con un vestito lungo e uno spacco mozzafiato. Si avvicinò a me e ai due colleghi coni quali stavo facendo il turno di notte. “Devo par lare con un medico” ci disse. Nonostante le chiedessimo più volte spiegazioni, quella insisteva per parlare da sola con un chirurgo per una”cosa personale”. L’ abbiamo accontentata, nonostante la prassi esiga che sia necessario informare il medico prima attraverso l’ accettazione. Quando è entrata nella saletta da sola col dottore, noi ci siamo seduti tutti su una barella al di là della tenda che prima divideva gli spazi. Eravamo stretti su quella lettiga per non far vedere i piedi dall’ altra parte. La tentazione di ascoltare era troppo forte.”
“Ha iniziato a raccontare – continua il racconto dell’infermiere – non senza imbarazzo che era a una festa di amici insieme al marito. ‘Stavamo facendo dei giochi quando a me hanno infilato una bottiglietta di coca-cola nel lato b e ha fatto blup’, il chirurgo le ha chiesto spiegazioni, non capendo, e quando lei ha risposto nei dettagli, ci siamo messi a ridere così tanto da cadere tutti dalla barella. Quella notte non la scorderò mai».
Più uomini, tuttavia, a ricorrere alle cure degli ospedali per oggetti «indesiderati» finiti nel fondoschiena. Tra i 50 e i 65 anni, per lo più, mai in pronto soccorso troppo vicini a casa per evitare di essere riconosciuti. Un altro episodio da manuale è quello di un signore ricoverato d’ urgenza per lancinanti dolori all’ addome. «Aveva un vibratore fuori misura completamente dentro – racconta un infermiere – Il medico ci chiedeva di tenerlo fermo per i raggi, ma la testina rotante continuava a muoversi per le batterie ancora in funzione, vero è che la lastra veniva sempre mossa».
Così l’anziano con la saponetta, giustificatosi coi medici raccontando del tentativo di risolvere una fastidiosa stitichezza. E poi quello che cade accidentalmente sul telefono che continua a squillare, l’ amante goliardo che pratica il clistere con il cemento per fare il calco del suo posto preferito. E un romeno che si prostituisce a Ostia, presentatosi anche recentemente al pronto soccorso del Grassi, sempre con un cetriolo. «Alla fine non l’ abbiamo visto più, perché gli abbiamo consigliato almeno di metterci un elastichetto…».
Da: Il Tempo