Barbara Costa per Dagospia
Un buco è un buco, le terminazioni nervose che ci fanno godere lì stanno, e lui in video sì che ci dà sotto, con gli uomini, attivo e passivo, e in bocca lo mette e se lo fa mettere, lo succhia e se lo fa succhiare, con la sua lingua tra le natiche eccome se lecca e se le fa leccare.
Eteroflessibili, uomini etero che non hanno paura di un’avventura gay
Ma Danny D. non è gay, né bisex, lui è etero, ma ha fatto porno gay. È lui quello che vedi in assoli masturbatori per seg*e omosex, è lui tra quelli siglati “gay-for-pay”, ovvero tra i pornostar che sc*pano uomini al di là del loro vero orientamento sessuale.
Fermo là: non c’è da schifarsi, alzare il sopracciglio: ma tu davvero pensi che tutte le porno fig*e che vedi nude, in 69, con altre fig*e vogliose, siano lesbiche, se non proprio lesbiche, bisex?
Scusa, ma chi te lo dice? Non è così, non sempre è così, non lo è per Danny D., che all’anagrafe manco si chiama così, ma Matt Hughes. Ed è lui, tra i re del porno 2020, suo l’Oscar come Best Performer Straniero. Come pornostar maschio. Etero. Ma prima, sui set, no. Sei in confusione? Ok, ricomincio. Dall’inizio.
Danny D. ha 32 anni, è inglese, e non ha nemmeno terminato gli studi per fare porno. Ha capito che quel ben di Dio che gli sta tra le gambe – 24,5 centimetri di puro paradiso – non era mica giusto che se lo tenesse tutto per sé, e per le sue ragazze.
Andava messo a frutto, e meglio se con gli uomini, nel porno gay che è settore che paga e bene ma per membri che siano belli grossi, ben oltre la media.
Danny D. è entrato nel porno nel 2006, si è sfrenato in sesso gay amatorial e poi per le più rinomate produzioni di porno gay, fino a quando ha fatto il grande salto, mollando i maschi per le femmine.
E qui sta il fatto-shock: devi sapere che nel porno, specialmente americano, fino a pochi anni fa esisteva un vero e proprio stigma sugli attori che facevano porno gay e volevano passare a pornare etero. Erano ritenuti pericolosi, ad alto rischio di malattie sessualmente trasmissibili. Erano pregiudizi basati sul fatto che l’AIDS a lungo si è accanito sulle realtà omosessuali falcidiandone gli esponenti, gravando anche sul porno omosex.
Ma il porno gay di serie A, come il suo corrispettivo etero, è settore dove i performer sono testatissimi, e chi risulta positivo a qualsiasi cosa è subito fermato e giudicato uno stolto che si è andato a fare i fatti suoi fuori dal porno, senza protezione, con estranei da una botta e via.
Perché il mondo del porno, etero e gay, è super-pulito, e piccolo, chiuso, dove si lavora tra le stesse persone, spesso accoppiate anche nella vita privata; persone che non ci pensano proprio a giocarsi salute (e carriera) per un incontro occasionale, senza condom, per giunta!
Danny D. ha ucciso i preconcetti sugli attori di porno-gay, dimostrando con serietà che si può pornare con uomini (anche con uso di aiutini chimici, pratica comune in ambito gay-for-pay, anche se non si dice) e con donne, e diventare tra i più bravi (e ricchi).
L’etero Danny D. è sposato con una donna, una ex star del porno, Sophia Knight. Una che ha lasciato il lavoro per lui, dedicandosi alla carriera del marito, o meglio, una che ha capito subito che il pene di Danny D. valeva enormemente più delle sue tette e dei suoi, di porno.
Sophia è passata dietro la macchina da presa, lei e Danny hanno creato una casa di produzione che è in attivo e rende, anche perché gira voce che Danny D. non guadagni meno di 1500 dollari a scena.
Danny dice che ha intenzione di pornare fino a 65 anni, la sua fama è al top, sebbene gli spettatori porno nei suoi confronti si dividano in due fazioni distinte: chi lo ama, e chi lo detesta (“che caz*o mostruoso, sono invidioso”; “a schizzi, non delude mai”; “Danny non mi piaci, che fisico emaciato, metti su massa!”.
Eteroflessibili, uomini etero che non hanno paura di un’avventura gay
In effetti, Danny D. è alto 185 cm e pesa 68 kg, pene incluso). Anch’io Danny poco lo sopporto, specie nelle interviste, quando posa da caz*one e fa battute sceme (vedi quella dove gli chiedono quale donna famosa non porno vorrebbe sc*parsi, è lui risponde: la regina d’Inghilterra…), e mi deprimono le interviste doppie con Sophia, a miagolare i loro zero litigi, zero difetti, e che sono fedelissimi, non scambisti, e vogliono allargare la famiglia, e bla bla bla…
Riconosco però che “Screw to Tango”, porno girato con Valentina Nappi, è notevole, bellissimo. Danny il suo pisello lo sa usare, e gli va di dovere attribuito un indubbio talento recitativo che lo porta a incursioni nella comedy non porno.
Il Danny D. privato a letto non va oltre il missionario, tifa Chelsea, ed è un modaiolo, uno che se non veste di marca e con capi che costano un occhio della testa, e meglio se sono pezzi unici, sta male.
È fissato con le scarpe, compra sempre due paia dello stesso modello, e se non mi credi, scorri la sua pagina Instagram. Lui è un pornostar per cui vestirsi conta più che essere nudo, e comunque, è col suo corpo spogliato, col suo sesso dentro e fuori buchi maschili e femminili, che Danny D. si può permettere una enorme stanza-armadio per il suo guardaroba grande il doppio di quello di sua moglie. Poi dici che essere “gay-for-pay” non ha il suo perché!
Barbara Costa per Dagospia