La Sapienza dovrà risarcire Ruggero Freddi, il docente ex pornodivo allontanato nel 2019.
Dopo essere stato condannato a pagare Freddi per le ore di insegnamento svolte, l’ateneo romano ha perso anche la causa con i due professori che aveva chiamato a rispondere del risarcimento.
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Dopo l’ultima decisione del Tribunale amministrativo regionale (Tar), il conto per l’università è così raddoppiato: dai 6500 della prima causa civile a oltre 12mila, escludendo le spese sostenute dall’ateneo per pagare i suoi legali.
L’ultimo caso riguarda il ricorso di due professori ordinari, che avevano affidato informalmente l’incarico di docenza a Freddi, all’epoca dottorando di ricerca. Il 45enne, che in passato aveva intrapreso la carriera di pornoattore gay, aveva insegnato il corso di analisi matematica I nell’anno accademico 2019-2020, prima di essere allontanato con una disposizione verbale. Aveva quindi deciso di rivolgersi al tribunale civile di Roma per farsi pagare le ore di insegnamento svolte. A gennaio l’Università è stata condannata al pagamento di 2500 euro a titolo di indebito arricchimento a favore di Freddi, al pagamento 1500 euro a titolo di responsabilità aggravata, oltre alle spese di lite per 2552 euro. L’ateneo ha cercato di rivalersi sui due professori che avevano affidato l’incarico a Freddi, sospendendoli dalle funzioni e dallo stipendio per un periodo di due mesi. Secondo loro però il dipartimento era a conoscenza dell’incarico affidato a Freddi, come emerso da alcune email.
Un altro elemento decisivo nella decisione del Tar è stato il tempo intercorso, visto che il regolamento di Ateneo prevede il termine di trenta giorni per l’avvio di un’azione disciplinare, rispetto ai tre anni trascorsi in questo caso. “Tale tardività non è giustificabile”, hanno scritto i giudici che hanno accolto i ricorsi dei due professori, condannando La Sapienza al pagamento delle spese di lite.
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Sul caso, La Sapienza ha commentato così:
“La vicenda riguardante la docenza a contratto affidata al dott. Freddi è stata esaminata dal Giudice del Lavoro con sentenza passata in giudicato che l’Ateneo ha puntualmente eseguito, ponendo fine al contenzioso; il Tar del Lazio, con la recente sentenza richiamata nell’articolo, non ha in alcun modo affrontato il merito di tale vicenda, vertendo il giudizio amministrativo sul differente oggetto della responsabilità disciplinare dei soggetti coinvolti; l’Università, all’esito del giudizio innanzi al Giudice del Lavoro, ha, altresì, segnalato alla Corte dei Conti le condotte fonte di responsabilità amministrativa”.